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E nella campagna elettorale rispunta "la Provincia Elbana"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 29 marzo 2008

In campagna elettorale i politici, fattispecie i più disinvolti, si lanciano più facilmente, in caccia disperata di un pugno di consensi, in acrobatiche operazioni tese a toccare le corde del campanilismo, favoleggiando impensabili riassetti istituzionali. La provincia elbana è una delle fantasie più spesso resuscitata. Dopo la sortita del socialista Barani com'era prevedibile si è innescata una discussione con un botta e risposta tra il PD Marchetti e Zingoni di Forza italia che continua allargandosi ad altri. Civiltà Europea: Indichiamo agli elbani il giusto percorso E'evidente la cecita' politica, a non pensar di peggio, di chi avversa l’idea della Provincia dell'Arcipelago, che chiamerei “Provincia dell'Elba” per oggettive ragioni storiche, sociali, demografiche, infrastrutturali sulle quali ci sarà modo di approfondire e discutere. Qui basta accennare che solo l'istituzione di una Provincia dell’Elba - che comprenda ovviamente anche le altre isole dell’Arcipelago - potrebbe contribuire in misura determinante a risolvere i maggiori problemi insulari: turismo ed ambiente; viabilità navale, stradale, aerea; energia, ospedale, tribunale, scuole, polizia locale; solo per citarne alcuni. Senza contare l’aspetto fiscale che è il vero oggetto del contendere perché una cospicua parte delle risorse drenate in loco non andrebbero distolte a favore di Livorno ma rimarrebbero nell’Arcipelago per i citati problemi. Inoltre solo una Provincia vedrebbe eletti democraticamente con voto di preferenza come prevede l'attuale legge elettorale una propria classe dirigente locale che risponda ai concittadini delle scelte di indirizzo nell’interesse dell'arcipelago; non del continente. Già questo basta a comprendere perché l’idea abbia tanti nemici: del continente o “imbeccati” dal continente. Ciò chiarito, il vero problema è trovare il modo concreto di realizzarla, la Provincia dell’Elba, perché l’attuale legislazione in materia – introdotta con la modifica del Titolo V della Costituzione del 2000 – è “diabolicamente” tortuosa, concepita per rendere “quasi impossibile” il raggiungimento di tale obbiettivo; lo affermo avendo studiato la materia nell’estate 2006 da dirigente toscano di Forza Italia resosi conto di tale necessità. Però sottolineo che “quasi impossibile” può significare “possibile” al verificarsi di precise condizioni; tra le quali: 1) un dettagliato progetto che specifichi il percorso istituzionale da compiere e "chi", "come" e "quando" debba realizzare "cosa"; in altri termini un planning che indichi iniziative, modalità, tempi, responsabili, costi e reperimento delle risorse a copertura per centrare l’obbiettivo. 2) una dirigenza locale organizzata in tutta l’Isola capace di mobilitarsi per un idem sentire – una Provincia che ci renderebbe tutti più autonomi sotto ogni profilo dal continente - che è sociale prima che politico perché la Provincia dell’Elba è nell’interesse di tutti gli abitanti dell’Arcipelago, a prescindere dal “colore”. Il planning c’è già, l’organizzazione potrebbe costituirsi rapidamente visto il precedente della sottoscrizione contro l’ AMP imposta che mi pare mobilitò circa il 10% dei residenti elbani e “Civiltà Italiana” si rende disponibile ad offrire gratuitamente la propria assistenza per una associazione non profit elbana che si organizzi con uomini e fondi per realizzare questo ed altri progetti di grande rilevanza per il nostro futuro. Per “strappare” una nuova Provincia non basta l’ottimistica presentazione di un disegno di legge in Parlamento da parte di apprezzabili volenterosi - questa è solo una delle ultime azioni previste a planning – e bisogna essere numerosi e determinati a giungere “a meta” a dispetto degli ostacoli frapposti: il termine “rugbistico” rende bene l’idea. C’è all’Elba questa volontà di lottare a lungo ed esporsi per questo idem sentire? Se sì allora nessuna meta sarà irraggiungibile. Civiltà Europea il responsabile nazionale Stefano Martinenghi Marchetti: Regione Autonoma dell'Arcipelago Toscano: perchè no? marchetti.lorenzo@tiscali.it - «Lo sai che all’Elba, dopo lo sbarco del giugno “44, giunse sì la tanto sospirata liberazione, ma arrivarono anche le volontà annessionistiche dei francesi sull’isola? Ma non capisci, rischiammo di finire sotto la Francia». Quando ho letto la proposta della provincia autonoma dell’Elba ho ripensato a quelle frasi dette da un amico sulla spiaggia di Calaseregola che, forse per colpa del solleone, poi proseguì: «Questo ci autorizza a chiedere la costituzione della Regione Autonoma sul modello della Valle d’Aosta». Lasciai cadere il discorso e mi tuffai in mare, ma siccome da qualche mese si è aperto un vero e proprio il gioco della cocuzza sul numero dei comuni (otto cocuzze, quante se no? tre cucuzze…), oggi mi chiedo: perché non allargare quel passatempo a altre forme istituzionali? Chi la spara più grossa vince un pesce, magari una giudola. Lorenzo Marchetti Miciovignetta V.ariazioniA.mministrativeI.nterneN.ostraneC.oordinateallaU.nitàL.ogisticaO.ttimizzata Alex Beneforti Una provincia tutta da ridere Diciamoci la verità: chi vuole veramente togliere potere ai piccoli partiti è uno di quei tipi noiosi, che vuole una politica da encefalogramma piatto. Infatti, chi se non loro raccontano le stronzate più fantasiose, i progetti più inutili, la propaganda più insulsa, che sono poi il sale dei dibattiti politologici da bar più gettonati quando dobbiamo farci quattro risate, alimentare i blog o stimolare la defecazione al bagno. E così uno di questi piccoli partiti, il nuovo Psi, non ti va a tirare fuori la proposta della domenica pomeriggio. Cosa facciamo, una gita fuori porta o ci inventiamo una cazzata? Inventiamoci una cazzata, và, la provincia dell'arcipelago toscano. Ci tolgono la comunità montana, e noi sostituiamola con una provincia. Cosa cambia? Ma invece di avere inutilità politica espressa dai comuni, ce la eleggeremo noi stessi. Sì, ma cosa cambia concretamente?? Che questa è vera rappresentanza, bellezza! Ma insomma mi vuoi spiegare cosa cambia veramente??? Ma che avremo un'istituzione forte e credibile, cribbio! Sì, ciao, e la catena dello sciacquone chi la tira? Ma facciamo qualche ragionamento. Oh, non temete: da qui in poi non è satira, è teppismo politico. Se la comunità montana, in fondo, qualche utilità la può annoverare, la provincia sarebbe un immondezzaio di spreco in mantenimento, tra stipendi, sede dell'istituzione, annessi e connessi. E un numero abnorme di rappresentanti delle istituzioni, tra essa e i vari comuni: per una provincia inferiore a 300mila abitanti il consiglio è formato da 24 membri (articolo 37 del decreto legislativo 267/2000), che si vanno ad aggiungere agli attuali 138 consiglieri comunali degli attuali 10 comuni dell'arcipelago. Senza considerare gli assessori esterni. Senza esagerare ciò renderebbe l'arcipelago toscano il posto al mondo con il più alto numero di amministratori pro capite: almeno 1:200. Notizia da Elbareport del 26 giugno 2016: “Troppi amministratori all'Elba: parte l'adozione a distanza.” Oppure servizio di Telelba del 16 luglio 2027: “Il numero dei consiglieri nella nostra provincia è fuori controllo: il governo ordina gli abbattimenti selettivi per evitare lo scorrazzare di auto blu nei centri urbani.” E i benefici per i cittadini? Nessuno. Infatti secondo l'articolo 21 (comma 3/f) dello stesso dlgs 267/2000 sugli enti locali, l'istituzione di una nuova provincia non implica l'automatica creazione di tutte quelle istituzioni di solito connesse (pretura, prefettura, questura, etc.). Per fortuna, dato che sarebbero altri sprechi di denaro pubblico. Solo che ci si chiede: che gliene viene al semplice cittadino in termini di servizi una nuova provincia se poi deve recarsi sempre a Livorno? Non sarebbe stato meno demagogico battersi per conservarne o averne un po' di più di questi servizi all'Elba, invece di un ente inutile? Ma sicuramente mi devo essere perso qualche puntata: vedrò se la ritrovo in replica su Raisatextra. E che provincia poi! Se vedesse la luce davvero andrebbe a occupare l'ultimo posto per abitanti (circa 30mila; dopo l'Ogliastra con meno di 60mila) e il penultimo per estensione (meno di 300 kmq; prima di Trieste con 211). Manco a toccare del tutto il fondo classifica servirebbe. andrea galassi


bandiera api

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Elba Mappa 350

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mappa APT storia

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Arcipelago toscano mappa

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Civiltà Italiana

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miciovignetta autonomista

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