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Tiziano Terzani FANTASMI Dispacci dalla Cambogia

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 20 marzo 2008

«... In pochi minuti era fatta: gli attaccanti erano tornati nel buio della foresta da cui erano sbucati, i pochi sopravvissuti erano nascosti, terrorizzati in una macchia di bambù e i cadaveri di trenta contadini erano gettati qua e là, come tante bambole abbandonate. Un bambino sgozzato da un pugnale; una donna col sarong rosso, ancora inginocchiata come implorasse clemenza…» È in questo momento forse, che la vita di Tiziano Terzani cambia radicalmente, nel marzo del 1977, quando le voci dei profughi non sono più taciute, testimonianze urlate su verità scomparse confermano tutti i suoi dubbi sulla tragedia Cambogiana. Il paese che più ha amato si trasforma in un buco nero nel mondo e nella coscienza. Nasce qui il Terzani conosciuto attraverso le sue ultime pubblicazioni, un uomo ascetico che parla con veemenza di pace e con serenità di dolore, che non teme di mettersi a nudo, di narrare la sua intimità dopo una vita dedicata alle pieghe più nascoste della storia. Sempre sulla notizia, è stato un giornalista pronto a lasciare che il dubbio si insinuasse senza paura, cogliendone tutti gli spunti per una diversa visione dei fatti, una diversa percezione dei popoli e delle singole persone. Se è vero che si deve dubitare delle pubblicazioni postume, è altrettanto vero che “Fantasmi” è un’ operazione particolare, un omaggio al suo lavoro in Cambogia, un percorso di anni attraverso fatti, sensazioni, interviste, politica e fosse comuni. La terra del drago dalle sette teste di Angkor Wat lo aveva ammaliato fino a farne un innamorato spesso non corrisposto. Le rive del Mekong e i pescatori di Battambang, i contadini nelle risaie e le donne nei villaggi, nessuno negava un sorriso, ma gli anni fra il ‘70 e il ‘90 sono solo buio, speranze deluse, ansia di fuggire, spesso di dimenticare. Segni tangibili, se ancora oggi per le vie di Siem Reap e Kompong Som, guardando negli occhi un vecchio per strada, puoi vedere esplodere nei suoi occhi i lampi del napalm dei B52 americani, distogliere l’attenzione dalla Kampuchea Democratica di milioni di morti ammazzati a bastonate, spegnersi la speranza nell’uomo. Terzani non rinuncia al confronto, prima i bombardamenti, ora inchioda la corruzione di Shianouk, Pol Pot e lo sterminio di massa in nome di un assurdo nazionalismo comunista, la complicità della Cina nella barbarie Khmer, l’appiattimento dell’Occidente e le inutili missioni Onu. Tutti attori di uno dei drammi più struggenti della storia moderna. Per questo “Fantasmi” è fondamentale per la ricerca della verità a prescindere dalle conseguenze per il giornalista, ma soprattutto per l’uomo che non si arrende, anzi se ne fa carico indipendentemente dai testimoni. Un’unica fonte possibile per Terzani: i fatti e la cronaca senza i filtri dell’ideologia di parte. Offrendo guerra, dolore, fosse comuni, ossa che spuntano dalla terra, letti di ferro in cui la ruggine si mescola con il sangue come a Choueng Ek, che cosa possiamo poi pretendere incontrando un reduce di quel campo se non distacco e rassegnazione? A meno che qualcuno, come Terzani, non si lasci travolgere dal desiderio di testimonianza, partecipazione e presenza, perché l’evento, personale o collettivo, sia soprattutto motivo di speranza. Leggendo i vari reportages che Terzani invia a Espresso, Messaggero, Bild, Corriere o Repubblica scopriamo anche gli aspetti più contraddittori della circolarità di una storia che non riesce a scivolarci addosso. Thomas Enders per esempio. Consulente militare. Lo incontra in Cambogia, anni dopo in Nicaragua. Terzani ha paura di Enders. Prima di lui i Khmer non erano niente, poi con i bombardamenti nelle campagne di Phnom Penh da aspirazione di libertà si trasformano in potere, tragedia, sconfitta dell’umanità. Riportiamo le stesse regole di analisi politica all’Iraq e al Qaeda, e riscopriamo una circolarità nel creare nemici da combattere dove prima non c’erano, rendere la gente schiava della violenza e molti cronisti servi del potere. Non Terzani, il giornalista che si riflette nel Tao, che vede nella luce il seme delle tenebre che al centro hanno un punto di luce: Yin e Yang. Un amore devastante come quello per la Cambogia è l’opportunità per lasciarsi avvolgere dal dubbio dell’Io che si confronta con l’essenza dei fatti, Terzani è molto più di un testimone, lo è stato senza farsi abbattere dalla storia, l’ha guardata in faccia, specchiandosi in quei sorrisi ne ha fatto un simbolo da osservare con distacco, ma perseguire con determinazione. Il paese del drago delle sette teste oggi prova a risorgere dalle sue ceneri e lo spirito di Terzani aspetta sulla riva del Mekong che passi il destino di un popolo. Un amore consumato in quei volti in cui è inevitabile perdersi. Tiziano Terzani FANTASMI Dispacci dalla Cambogia Longanesi € 18,60


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