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Ventiquattro ore roventi in Capitaneria

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 02 luglio 2003

I ragazzi a bordo alla Motevedetta CP 805 della Guardia Costiera di Portoferraio erano appena rientrati dalla ricerca di un ragazzino “disperso” a Procchio (e ritrovato a casa a Marciana Marina) che li aveva impegnati per circa due ore, ma hanno dovuto di nuovo salpare per recarsi in direzione opposta nel canale di Piombino. Una richiesta di soccorso era arrivata alle 22 di Martedì 1° Luglio alla Sala Operativa portoferraiese, i toni erano quelli della disperazione, il 12 metri ALEF vela/motore con quattro adulti e tre bambini a bordo si trovava almeno a quanto affermavano da bordo in rotta per Porto Azzurro ma incapace di governare per il fortissimo vento che si era improvvisamente levato. I marinai della 805 nonostante le fuorvianti indicazioni dei diportisti a bordo dell’ALEF, aiutati nelle ricerche anche da una Motovedetta della Polizia Penitenziaria uscita da Porto Azzurro, riuscivano ad individuare e raggiungere la barca che in realtà si trovava 5 Miglia a sud-est di Cerboli. La CP805 accompagnava il mezzo in difficoltà nella sua lenta marcia verso lo scalo di Porto Azzurro, durante la quale l’ALEF perdeva anche il motore per un’avaria complicando il rientro che si compiva alle 1.30 (2.50 per i Marinai che dovevano rientrare a Portoferraio). Nel frattempo del bel movimento c’era stato, a causa delle forti raffiche di vento, anche nelle acque del capoluogo elbano con un 30 metri ormeggiato in Darsena un’ancora del quale aveva perso la presa sul fondo e si era intraversato minacciando di urtare altre imbarcazioni, mentre in rada un altro yacht stava arando il fondale con l’ancora e minacciava di schiantarsi sugli scogli di S.Giovanni. Ma uomini della Capitaneria, personale della Darsena Medicea ed Ormeggiatori riuscivano ad evitare il peggio e riposizionare in sicurezza i due natanti. La tranquillità durava comunque pochissimo: la 805 doveva mollare di nuovo alle 7, stavolta puntando su donoratico, nei cui pressi era un navigatore a bordo ad un 16 metri in navigazione tra La Maddalena e Genova che già da ore aveva segnalato avaria al motore e che in una prima fase aveva deciso di proseguire a vela contattando per sicurezza ogni trenta minuti la Sala Operativa Portoferraiese ma che poi aveva avvertito che con il levarsi del forte vento di libeccio la barca non governava più. Il “solitario” veniva accompagnato verso Portoferraio dalla motovedetta che peraltro nell’ultimo tratto traeva di nuovo dagli impicci l’imbarcazione che stava per andare ad urtare gli scogli per un’altra avaria, consentendogli di attraccare alle 14.30 Mentre tutto ciò accadeva la Capitaneria doveva far uscire, intorno a mezzogiorno anche la motovedetta CP 553 per far sgombrare dai natanti lo specchio d’acqua di fronte a Magazzini a seguito di un’ordinanza emessa a tamburo battente per consentire all’elicottero dell’Antincendio di effettuare i prelievi d’acqua da scaricare sull’incendio che infuriava a terra in località Val di Piano. E le danze non erano finite perché un’analoga operazione doveva essere ripetuta intorno alle ore 17 ed ancora dalla CP 553 per l’altro incendio che si stava sviluppando in località Acquaviva, sulla scarpata del Puntale. A completare 24 ore di operatività quasi continua per uomini e mezzi davvero difficili da dimenticare.


portoferraio capitaneria guardia costiera

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