Gentile dottor Palombi, la ringrazio per gli apprezzamenti che –mi creda– ricambio sinceramente, almeno per l’esperienza della nostra corrispondenza su “Elbareport”. Mi auguro peraltro che non sia una volta sola quella in cui ritiene di poter superare “i rigidi schemi politici”, e trovo ovviamente provvidenziale la sua sensazione di sentirsi un po’ comunista, che mi auguro maturi compiutamente. Non credo di aver detto “che Campo dell’Elba sia stata governata da palazzinari di destra che hanno riempito di colate di cemento lo splendido territorio campese provocando danni irreversibili all’ambiente solo per il piacere degli amici degli amici”. Sono però assolutamente d’accordo con lei quando afferma che “le case popolari, costruite per i cittadini bisognosi della prima casa, sono a quanto pare vuote di inverno e piene d’estate, vengono affittate ai turisti (e questo è comprovato), e per dirla in poche parole, c’è probabilmente speculazione, con danni agli albergatori, all’ambiente ed a chi non ha avuto la prima casa”. Di questo mi pareva di aver parlato a conclusione del mio intervento, quando dicevo che all’Elba sembra che non vi sia altro modo per intervenire sul bisogno di prima casa se non costruendo nuove case, quando poi –come anche lei dice– molte case vecchie e nuove sono utilizzate due o tre mesi l’anno. Perché invece il sostegno pubblico non si orienta verso il sostegno all’acquisto delle abitazioni esistenti, verso il loro recupero (anche mediante accorpamento di mini-mini appartamenti contigui), indirizzando il risparmio privato verso la partecipazione alle imprese turistiche per il miglioramento della loro qualità che compensi la necessaria diminuzione della quantità? Questo, mi pare chiaro, io ritengo contestabile nella politica edilizia campese ed elbana. Il dovere di vigilanza compete a tutti, e quindi anche alla Giunta, come lei dice; ma non istituzionalmente, mi pare: le case PEEP non sono comunali, ma appartengono a delle cooperative di cittadini che rispondono al bando –questo sì– dell’Amministrazione. La responsabilità ricade quindi sui soci cooperatori, e prima ancora sul Consiglio di Amministrazione delle cooperative edilizie. Ma temo che i controlli mettano in luce ben pochi casi di violazione formale del bando. Temo che siano assai più numerosi i casi di concittadini che si sono prestati a speculazioni di altri, probabilmente con vantaggi infinitamente minori di loro. Per questo, mentre sono d’accordo con lei nel giudicare questa vicenda vergognosa, temo che la malattia sia più grave: non c’entra tanto “l’idea di amministrare la cosa pubblica come cosa privata”, come lei dice, quanto la tendenza –ormai affermatasi come assoluta– a considerare l’interesse privato come prevalente all’interesse pubblico, tendenza derivata dalla convinzione che con l’arroganza del denaro si possa decidere a piacimento del destino di tutti. Così spero che polizia e magistratura ci permettano di conoscere i responsabili degli eventuali reati che siano stati commessi, e anche chi si è prestato a esserne complice. E mi auguro che l’Amministrazione sia in prima fila nel chiederlo, con i cittadini che hanno solo subito i danni. Forse qui destra o sinistra c’entrano poco, come lei dice. Io, in ogni caso non ho molte crisi di identità politica; è vero, ho una vecchia cultura di sinistra, ma sa, anch’io non sono poi un bimbo. Anzi ho anni a sufficienza per averlo visto agli inizi lo “sviluppo” edilizio di Campo: e la posso rassicurare, al tempo la Sinistra campese aveva difficoltà perfino a metter piede nel palazzo dell’Amministrazione...
PEEP campo 2