Caro Sergio Non mi stupisco delle opinioni che il Dott. Sangalli esterna in merito ai miei comportamenti sul Buraccio. Mi sarei meravigliato e dispiaciuto del contrario. Di fatto ho ben poco da spartire con chi si ritiene depositario della verità; di chi usa i linguaggi e le idee alla V-day in salsa portoferajese; di chi, come ebbe a scrivere in un’altra recente missiva, intende non votare alle prossime elezioni politiche per il Parlamento della Repubblica Italiana, dovendo o preferendo andare a “seguire le elezioni vere” che dovrebbero tenersi in Nepal. L’ex rifugio degli yuppie del mondo, pieno delle suggestioni e delle illusioni della società dei fiori, immerso in una natura magica fra il Gange e l’ Himalaya, stretto fra gli interessi di India e Cina, fra tradizioni medievali e variegate esigenze di modernizzazione. Il Nepal negli ultimi dieci anni ha vissuto una tragica guerra civile che, da una parte e dall’altra, ha provocato migliaia di morti. Spero soltanto che, “ elezioni vere “, si possano davvero tenere, visto che sono state rimandate per tre volte a causa di scontri sanguinosi . E che, a quanto si legge nella stampa, il Partito Comunista Maoista – da non confondere con il Partito Comunista Marxista, e neanche con il Partito Comunista Marxista-Leninista, pur se presenti in quel paese assieme ad un’ altra decina di partiti fra monarchici, repubblicani, induisti,…-, ha minacciato di non accettare il verdetto delle urne in caso di sconfitta, pur rinunciando all’uso delle armi. Il poco che condivido della lettera del Dott. Sangalli, è l’inizio, quando scrive che sui rifiuti : “…meglio parlare troppo che non parlarne affatto”. Magari senza posizioni massimaliste ed ideologiche e non limitandosi ad enunciare i problemi, ma anche tentare di risolverli. Ho riletto l’ articolo di Catarella pubblicato su elbareport alcuni giorni fa. Condivido con te la saggezza del nostro Catarella, ma non condivido la sua speranza , quando ritiene che le vicende campane ( e anche elbane) sui rifiuti, possano insegnare qualche cosa. Purtroppo non mi sembra che insegnino nulla o molto poco, ma se vogliamo mantenere un barlume di speranza, un modo è andare a votare, per chiunque si voti, ma pretendendo: dialogo , tolleranza, solidarietà, rispetto delle altrui idee e dello stato di diritto, mediazione, competenza, e quindi responsabilità ed efficacia di governo. Insomma tutte quelle cose, “povere di emozioni politiche forti “, ma che segnano la dura e lunga strada della civiltà, e sono la salsa delle elezioni vere.
Nepal Manifestazione