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Controcopertina: L'unione dei Comuni, ma anche una nuova politica

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 11 marzo 2008

Vorrei riprendere alcuni argomenti che animano la discussione sull’assetto istituzionale nuovo da dare all’Elba. Partiamo da due punti critici del sistema Elba: il primo è che la politica Elbana è sempre più lontana non solo dai problemi vitali e quotidiani dei cittadini e delle forze economiche e sociali, ma non parla neanche più del futuro, di quale direzione si voglia prendere per assicurare vivibilità e prospettive ai giovani ed alle imprese dell’isola. In questo senso la posizione critica assunta di recente dalla categorie economiche ne è testimonianza. Il secondo è che il sistema istituzionale attuale, Comuni da una parte, Comunità Montana dall’altra, ognuno per conto suo, non riescono a “governare unitariamente” i problemi di sviluppo e di modernizzazione oggi necessari per dare competitività all’Elba ed a “rappresentarla unitariamente” nelle politiche Regionali e Nazionali. Nonostante gli sforzi dei Sindaci di trovare intese, permangono ostacoli politici ed istituzionali ancora forti. Le domande alle quali dare immediata risposta, sono: come recuperare questo distacco del sistema politico locale con la società Elbana, come garantire un sistema istituzionale capace ed efficiente che governi e rappresenti la società Elbana con i suoi problemi. Alla prima domanda ritengo che la risposta sia implicita nella speranza suscitata dal PD, che si propone come una nuova forza che, alle logiche di un sistema politico frantumato in decine di partiti e partitini, a visioni ideologiche e modelli utopici di società, a coalizioni politiche costruite per contrapporsi le une alle altre in una permanente guerra inutile, contrappone il progetto, la coerenza e la libertà nel volerlo realizzare, come base di un consenso che si spera maggioritario. Non più alleanze con forze con le quali non vi sia “affinità programmatica e di contenuto”. Questo comporterà che le liste ed il personale per le amministrative siano espressione di programmi chiari e volontà politiche coerenti e libere. Per la seconda domanda valgono due considerazioni. Per avere un assetto funzionale ed efficiente all’Elba dobbiamo assicurarci che il nuovo assetto innanzi tutto mantenga il potere ai cittadini Elbani, la sovranità, di eleggere le funzioni di governo in linea diretta, sia locali sia “elbane”, senza mediazioni dei partiti e non perché non apprezzi il ruolo dei partiti, strumenti essenziali di democrazia, ma per garantire piena “liberta” di decidere e realizzare il programma uscito vincitore nella competizione elettorale. La legge comunale conferisce questo potere ai Sindaci e solo a loro. Pensare a delle soluzioni istituzionali che estraniano queste figure dagli esecutivi comprensoriali e dalle decisioni è come disconoscere la sovranità popolare dei cittadini elbani; sarebbe continuare nell’attuale degenerazione partitocratica. La seconda considerazione è che per assicurare un ruolo di governo e di rappresentanza dei Comuni elbani (quelle che la Costituzione definisce le autonomie locali) ed i Sindaci come espressione diretta della sovranità popolare, sia necessario inaugurare e favorire una stagione dell’Associazionismo Comunale in terra Elbana, Unione dei Comuni, come modo collaborativo del fare e dell’agire dei singoli Comuni, superando i limiti e le ristrettezze municipalistiche o del far da sé. Questo si che è riformismo, gradualismo e non l’utopismo del comune unico. Non vi dovranno essere alibi e contrapposizioni dovute alle diverse maggioranze politiche, che non dovranno considerarsi nemiche, proprio perché dovrà prevalere una nuova concezione istituzionale, che sulle questioni che interessano l’Elba, le condizioni di vita e di progresso delle sue popolazioni, dovrà prevalere la ricerca dell’intesa, della collaborazione tra istituzioni, per risolvere e per dare risposte concrete e efficaci ai problemi dei cittadini.


Elba foto satellite ingrandita

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