Caro Sergio, ancora e sempre rifiuti, ma meglio parlarne troppo che non parlarne affatto (come si è fatto per anni). Leggo la lettera di Bertucci, e mi viene in mente la battuta del calciatore (non ricordo chi era) che disse: "Sono perfettamente d'accordo col mister, a metà". Allora, parlando di responsabilità, e ammesso che all'origine del bidone Buraccio c'è sicuramente la Regione Toscana, con il commissario Roberto Daviddi (e a monte il ministro dell'ambiente Edo Ronchi dei Verdi), è importante anche parlare di omissioni, così si ha un'idea chiara della faccenda. Sarà che questa storia la posso testimoniare di persona: si potrebbe intitolare "Partirono in due, ed erano abbastanza". I due erano Filippo Tarquini e Giuseppina Sangalli, che vidi partire per il Buraccio con le macchine fotografiche una mattina di primavera, direi del 1997, ma posso sbagliarmi. Il gruppo di contestatori, che ho visto riunirsi più volte a casa mia alle Foci, è stato a lungo formato dai due citati sopra, Wilmar Saluz (forse il primo a contrastare il progetto del gassificatore) Michele Alessi, Michele Castelvecchi (che ha perfettamente riportato tutta la storia, come farebbe un bravo giornalista, proprio su Elbareport) con l'appoggio di Luciano Geri da Capoliveri, da loro sempre citato, e successivamente del Comitato del Buraccio, e, in parte, di Daniele Palmieri (che poi si defilò). Tutti gli altri (o quasi), muti. Ero presente in Comune quando il gruppetto di contestatori ridicolizzò il progetto di raccolta differenziata davanti ad un imbarazzato Giovanni Fratini, all'ingegnere di Prato che l'aveva scritto, e allo sconcertante Agarini dell'AMNUP, che sapeva solo ripetere "Tanto abbiamo già l'approvazione della Regione Toscano", fino a prendersi una clamorosa reprimenda da parte di Michele Castelvecchi. All'epoca, sulla questione, l'indifferenza e il silenzio (ripeto) erano generalizzati, con l'atteggiamento superficiale, per non dire irridente, del prof. Tanelli. La destra? Non pervenuta, nemmeno quando ha amministrato. Il Comune di Portoferraio (giunta Ageno) rifiutò di costituirsi parte civile nel procedimento contro il commissario Daviddi, di cui praticamente non si parlò, così come quasi non si è parlato del famigerato "Lodo Daneco" (lo si è pagato e basta). Questo è quanto. Bertucci, citando il caso della Campania, fa finta di non sapere che a dare l'appalto all'Impregilo fu il suo compagno di AN Rastrelli, presidente della Regione Campania, come fa finta di non sapere che la monnezza appaltata alla Camorra ha proseguito indisturbata nei cinque anni del governo Berlusconi. Tanto in Campania quanto all'Elba c'è solo un pezzo (nemmeno tanto grande) di società civile che ha provato ad opporsi al degrado. E se proprio si deve citare l'orientamento politico, è comunque un pezzo di società civile che vota a sinistra. E che, probabilmente, alle prossime elezioni non voterà. Ma questo è un altro discorso. Ti saluto Cesare Sangalli Caro Cesare Io sono personalmente convinto della Buona Fede di Bertucci ma c'è qualcosa di ancor più tosto da ricordare a lui ed al centro-destra su questa vicenda raccogliendo il filo della storia da dove lo lasciava nella sua lucida ricostruzione Michele Castelvecchi. vado per punti accertati: a) Uno dei Commissari Ad Acta succeduti a Daviddi l'Ing. Della Lucia (persona di centrodestra che ritengo di specchiata onestà ed esemplare correttezza oltre che dotata di senso civico), maturò la convinzione che si poteva invitare chi deteneva proprietà e gestione del non funzionante impianto del Buraccio (la Daneco) di fare come il Baglioni, dietro trattativa e offerta economica diretta, e ricominciare da capo. So che Della Lucia aveva fatto le sue valutazioni e che era convinto che la Daneco avrebbe accettato un'offerta inferiore (di molto) ai dieci miliardi di lire; b) Il più convinto oppositore di questa ipotesi fu l'allora sindaco di Portoferraio Giovanni Ageno (Bertucci era in giunta). c) In assenza di una composizione "bonaria" si andò al lodo arbitrale che dopo aver rischiato di costarcene trenta di miliardi pubblici, ne costò una quindicina (circa il doppio di quanto Della Lucia riteneva si sarebbe speso per altre vie). La Daneco aveva quindi fatto un eccellente affare i cittadini un po' meno. d) La Daneco era proprietà di un'altra società, la Waste Management Italia di cui era Amministratore delegato il Prof. Paolo Togni (già poco favorevolmente conosciuto a Portoferraio per la vicenda Fondicla-Consorzio Cosmopolis) e rifondatore di Kronos un'associazione "ambientalista" antiaparchi a alla quale si diventava soci prendendo la tessera di uno dei Partiti della Cdl e che costituì una sede elbana della quale diventarono dirigenti esponenti di An e di FI prima di sparire nel nulla da cui era arrivata. e) Pochi mesi dopo il Prof. Paolo Togni lasciava l'incarico alla Waste, passava un semestre, ci si approssimava alle elezioni polidiche del 2001 e scorrendo l'elenco dei (legalissimi, dichiarati) finanziatori della campagna dei partiti che sostengono la seconda presidenza di Berlusconi troviamo (toh!) la Daneco per una cifra superiore al miliardo di lire (mi pare versata in due tranche) f)Berlusconi vinceva le elezioni, nominava Ministro dell'Ambiente Matteoli (allora dello stesso partito di Bertucci), il quala chiamava (dall'esterno dell'amministrazione, fatto non normalissimo) a ricoprire il prestigioso incarico di Capo di Gabinetto (toh!) il Prof. Paolo Togni che diventa propugnatore per AN e Forza Italia della politica dell'incenerimento ovunque e comunque dei rifiuti. Si tratta dello stesso Paolo Togni che comunque continua a polemizzare contro i Parchi e l'areee marine protette. Veramente un bel ex-capo di gabinetto dell'ambiente! Vedi Cesare, questa concatenazione perversa di di fatti leciti e legali Lagambiente e Sergio Rossi l'hanno sollevata e posta all'attenzione della gente in diverse occasioni ma con pochi risultati. Nessuno si è scandalizzato, nessuno si è incazzato nessuno ha scritto post roventi sui blog, non hanno fiatato quelli attenti anche alle pisciatine, agli emolumenti di un consigliere d'amministrazione, nessuno che si sia domandato quanto abbia inciso sulla sua bolletta e incida ancora questa "somma di legalità". A nessuno é parso strano che un impianto fatto con soldi pubblici, sia stato venduto a un notissimo privato con fortissimi legami politici con tutte le destre e che poi sia rivenduto al pubblico a prezzo maggiorato. Ma la speranza che qualcuno a destra e a sinistra si indigni e sacrosantamente s'incazzi continuo a nitrirla. I tuoi amici sono di sinistra e non vanno a votare? Mi ricorda tanto la storia di quello che si recise il pisello per fare un dispetto alla moglie.
Buraccio stretta