Una serie di studi molto recenti ha portato alla ribalta le farfalle delle isole italiane su alcune importanti riviste scientifiche. In particolare il Journal of Biogeography (la più influente rivista di biogeografia al mondo) dedicherà alla Coenonympha corinna (farfalla presente a Capraia) la copertina del numero di Aprile. Ma perché tanto interesse? Lo abbiamo chiesto al Dott. Leonardo Dapporto autore di questi articoli e che da anni conduce studi sulle farfalle dell'arcipelago ed ha intrapreso una collaborazione con Ornella Casnati, del direttivo di Legambiente Arcipelago Toscano, per il censimento fotografico dei lepidotteri presenti. «Le isole italiane rappresentano un importantissimo "biodiversity hotspot"- ci ha spiegato il Dott. Dapporto- cioè un'area dove la biodiversità è particolarmente ricca. Questo è vero non solo per le grandi isole (Sicilia, Sardegna, Corsica) ma anche per le isole cosiddette "minori". Uno studio in particolare in stampa sul Journal of Insect Conservation ha cercato di evidenziare delle priorità di conservazione tra le isole minori. In pratica si è voluto capire quali isole fossero fondamentali per la protezione delle farfalle. Da qualunque punto di vista si sia tentato di analizzare i dati, l'isola d'Elba è sempre risultata tra le più importanti ottenendo alla fine un punteggio nettamente superiore a tutte le altre isole minori italiane. La ragione di questo risultato è dovuta principalmente a due fattori: la sua posizione tra Corsica e Toscana e la sua notevole altitudine massima (il Monte Capanne). Infatti la compresenza di ambienti costieri e submontani ben conservati fanno si che l'Elba possa ospitare un gran numero di specie diverse di farfalle. Ma ciò che più la rende unica è la sua felicissima posizione "a ponte" tra Corsica e Toscana. Grazie alla sua collocazione infatti l'Elba può raccogliere specie provenienti da queste due aree e, proprio come il pivot della pallacanestro, "smistare" le farfalle tra la Toscana e la Corsica e anche verso le altre isole dell'Arcipelago Toscano. Quest'ultime senza la presenza dell'isola d'Elba sarebbero probabilmente molto meno ricche di farfalle e meno interessanti dal punto di vista biogeografico. Come risultato di queste dinamiche, all'Elba è presente una sorta di "fauna chimera" dove si uniscono endemismi tipici dell'area sardo-corsa (Hipparchia neomiris e Hipparchia aristaeus) e del continente italiano assenti sulle altre isole (Aglais urticae, Melitaea cinxia) oltre a un importantissimo piccolo contingente di endemismi e sub-endemismi (Plebejus villai e Coenonympha elbana). Nel piano del parco è prevista una zona di tutela integrale sul Capanne, quale importanza potrebbe rivestire questa decisione per la conservazione delle farfalle? «In effetti data l'altissima concentrazione di farfalle rare, l'area del Monte Capanne necessiterebbe di una protezione maggiore rispetto all'attuale. Comunque, la presenza di un Parco Nazionale su quest'isola rappresenta già un'opportunità unica per proteggere questo puzzle irripetibile di specie.»
farfalla coenonympha