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Consiglio comunale aperto sui fanghi disertato da Regione, Provincia, Autorità Portuale

Scritto da : Daniele Palmieri
Pubblicato in data : martedì, 04 marzo 2008

Delle varie autorità invitate a partecipare al Consiglio comunale perto dedicato alla questione dello smaltimento dei fanghi di Bagnoli, soltanto Gianni Anselmi, sindaco di Piombino e Milena Briano, del PNAT erano presenti alla seduta. Regione, Provincia e Autorità Portuale hanno declinato l'invito. Ma anche tra i consiglieri comunali si cono contate molte defezioni, soprattutto nel gruppo di maggioranza rappresentato in aula soltanto da Gragnoli e Alessi. Eppure l'intervento di Anselmi e quello di Adriano Bruschi rappresentante del comitato No Fanghi (invitato alla seduta dall'Isola e la Città)hanno portato non pochi elementi di conoscenza al pubblico e al Consiglio. Anselmi ha illustrato il contenuto del protocollo d'intesa recentemente formato con diversi ministeri, Regione, etc. Tanti soldi in arrivo e tante bettoline sulla rotta Bagnoli-Piombino. Fanghi di colmata a bassissimo contenuto di inquinanti, ha affermato Anselmi, che sostanzialmente non rappresenterebbero un pericolo neppure in caso di sversamento accidentale. Un'occasione da non perdere per ricevere importanti finanziamenti per la riqualificazione del porto e della sua via d'accesso (la statale 398). Finanziamenti non reperibili in altro modo dei quali, ha sottolineato più volte il sindaco piombinese (ma con una forte dose di sangue elbano-marinese), beneficerà anche l'Elba. Un porto ampliato che vedrà finalmente separati i traffici merci e passeggeri. Cambia la musica quando interviene Adriano Bruschi a nome del fortissimo movimento "No Fanghi". Se tutto è così roseo, perché tanti soldi in cambio del carico di fanghi? Sulla pericolosità delle sostanze Bruschi ha precisato che le analisi sono state svolte da organismi pubblici e privati ma sotto il coordinamento della stessa Bagnoli 2000, la società mista campana che sta curando la bonifica del sito di provenienza. Risultati non coincidenti con quelli prodotti da Legambiente. Ma Bruschi ha anche posto all'attenzione del Consiglio il fatto che, mentre si accolgono i fanghi per bonificare Bagnoli, Piombino ha 35 ettari di "colline" di materiali inquinati sequestrati dalla magistratura,non sta procedendo al dragaggio dello specchio d'acqua interno al golfo perchè non saprebbe dove smaltirne le sabbie, è ancora irrisolta la questione del c.d. "gessi" di Scarlino, etc. Ovvero, si è chiesto Bruschi, non era meglio prima di tutto procedere alla bonifica del sito piombinese ? Oltretutto da nessuna parte in Europa si spostano così ingenti quantitativi di certe sostanze tra posti così distanti. Il rischio e il costo del trasporto lo sconsigliano. Andrea Gragnoli ha sottolineato come tutta l'operazione avrebbe necessità di un profondo riesame. Le certezze illustrate da Anselmi, messe in crisi da Bruschi: il parallelo con altre operazioni "sicure" del passato viene spontaneo. Soprattutto con la vicenda del gassificatore Daneco del Buraccio, secondo Gragnoli. E poi il richiamo alla necessità di proporre alle popolazioni interessate una consultazione referendaria. Ipotesi respinta a stretta maggioranza dal Consiglio comunale di Piombino e che Anselmi e il PD vedono come il fumo negli occhi, ma per il quale il comitato promotore ha raccolto oltre 5.000 firme. Milena Briano, vice presidente del Parco, ha riferito al Consiglio che l'ente ancora non ha preso una posizione e che lo potrà fare soltanto tra un po' di tempo quando gli atti (n.d.r. Il protocollo già firmato e quelli collegati) saranno esaminati dal direttivo. Duro a questo punto l'intervento del forzista Meloni: Parco inadempiente, quindi inutile. Riccardo Nurra ha poi messo in evidenza come scelte così importanti siano passate finora sopra la testa degli elbani e ha rappresentato i suoi forti dubbi sulla reale convenienza per l'Elba dell'operazione. Inaccettabile lo scambio “rischio ambientale - denaro” secondo il gruppo di Rifondazione Comunista. Piombino doveva pensare in primis alla bonifica delle sue aree piuttosto che a ricevere i fanghi da Bagnoli. Pericolosità dei trasporti e pericolo evidente che in un'operazione di tale rilevanza su rifiuti provenienti dalla Campania possa insinuarsi la criminalità organizzata. Palmieri ha consigliato ad Anselmi (il quale ha apprezzato)di prestare particolare attenzione a questo aspetto. Anche Rifondazione ha tirato in ballo l'inevitabile parallelo con la questione Buraccio, sia sotto il profilo economico-ambientale, sia per le certezze che anche in quel caso venivano sparate sulla sicurezza scientifica delle emissioni. Operazione fanghi non conveniente prima di tutto per l'economia piombinese, ha affermato Palmieri che ha concluso invitando il Sindaco ad ascoltare i suoi cittadini dando il via libera alla consultazione referendaria. Nella replica finale Anselmi ha comunque proposto alle istituzioni elbane di partecipare più attivamente all'elaborazione dei protocolli attuativi. Invito che l'Elba forse non saprà accogliere: seppure invitati, alla seduta del Consiglio di ieri non era presente alcun sindaco né alcun rappresentante delle altre 7 amministrazioni elbane.


Bagnoli Napoli

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