Decisamente riuscita l’iniziativa di domenica, anche vedendo l’entusiasmo delle persone e le facce arrossate e soddisfatte di aver potuto ammucchiare tanto sudicio abbandonato. È stato raccolto di tutto e la maggior parte vetro, plastica e materiale ferroso, a occhio sono stati riempiti più di trecento sacchi di pattume restituito dal mare. Ci ha accolto un’isola che profumava di miele per le fioriture e azzurrina per i fiori delle grandi distese di rosmarino. Tutti si sono dati da fare, anche i bambini, con sacchi e guanti, a piedi o con le biciclette, per mantenere pulita l’isola più remota, intrigante e suggestiva dell’Arcipelago Toscano. Ci sono molti da ringraziare: prima di tutto il Comune di Campo nell’Elba e inoltre la Compagnia Toremar che ha dimostrato una grandissima disponibilità e collaborazione, l’APT che ha fornito gratis sacchi e guanti, la Direzione del Carcere di Porto Azzurro, la Protezione Civile, tutte le guide, l’ATL e il Comune di Rio Marina. Grazie anche ai detenuti della Casa di Reclusione di Porto Azzurro, alla Cooperativa San Giacomo, alla Protezione Civile, alla Croce Rossa Italiana, alla Polizia Penitenziaria, al CTA-CFS, alla Capitaneria di Porto e in generale alle Forze dell’ordine che sono intervenute. Hanno aderito le associazioni ambientaliste (WWF e Legambiente) e tante associazioni di volontariato. Grazie a tutti coloro che sono venuti con noi: sulla nave eravamo 497!!!!. Ora toccherà a Capraia e poi a Giannutri….e naturalmente sarà importante una forte mobilitazione “Fruizione intelligente delle isole minori dell'arcipelago toscano, questa la parola d'ordine lanciata nell'iniziativa per Pianosa.- ha detto il Presidente Tozzi - Pianosa rappresenta oggi un possibile modello di turismo ambientalmente compatibile che permette agli ecosistemi di sostentarsi e alle economie locali di mantenere le proprie prerogative, trasformando in elemento di rilancio proprio lo stesso vincolo di protezione. Riduzione dei grandi numeri e riconversione verso un turismo consapevole, l'unico che permette di migliorare la qualità dei soggiorni, piuttosto che non la quantità. Questa peraltro sembra l'unica via per evitare la parabola discendente del turismo in tutto il Mediterraneo: ciò che si riscontra in alternativa sono le infiltrazioni malavitose o il crollo delle infrastrutture nel caso si scelga ancora una volta la via suicida della mera crescita numerica e priva di attenzioni verso quell'insostituibile patrimonio naturalistico che costituisce la ragione stessa dei flussi turistici. Offrire una vera qualità ambientale paga in prospettiva molto più del "mordi e fuggi" e fa ritornare coloro che trovano all'arcipelago la vera qualità dei soggiorni. Apertura al mondo della scuola e della ricerca per Montecristo, ripresa delle visite a Gorgona, regolamentazione dei flussi turistici per Giannutri, questi i prossimi passi dell'Ente Parco per tornare a far vivere le isole più piccole dell'Arcipelago.”
pianosa pulizia