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Dal Buraccio a Bagnoli. Il rischio di cose già viste

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 02 marzo 2008

Qualche anno fa - scrive Michele Castelvecchi - alla vigilia delle nomine nel cda di E.s.a., in una Controcopertina pubblicata il 26 novembre 2004 (La par condicio dei rifiuti), provai a riproporre la storiaccia Daneco-Buraccio. Un breve resoconto di una vicenda molto più complessa di quanto possa apparire, citando e tirando in causa i diretti interessati, dagli inizi fino a quel momento. Di destra e di sinistra. Silenzio assordante. Nessuna precisazione o replica, più o meno come accadeva per i comunicati del Comitato contro il Gassificatore. Ora la questione si è rivelata in tutta la sua vergognosa realtà, un vero fallimento tecnico, economico e sociale, si alzano voci sdegnate, si fanno paginate sui quotidiani, ma la cosa più triste è rendersi conto che non eravamo dei fanatici che non avessero di meglio da fare, che il nostro non fosse allarmismo, ma preoccupazione che si è rivelata verità. Intanto nessuno si è assunto una qualche responsabilità, nessuno che abbia avuto il coraggio di scusarsi pubblicamente con i cittadini, anzi, c’è chi ha fatto carriera fino ad un ministero (Vannino Chiti per esempio). Non è mia intenzione ripetere cose già scritte oltre tre anni fa, basta rileggersi quella Controcopertina, ma vorrei approfittare della rinnovata pubblicità per alcune considerazioni e magari anche un auspicio. Non ho certo soluzioni da suggerire, mi corre però l’obbligo di complimentarmi con chi, giorni fa, ha scritto un lungo articolo sul Tirreno. Una magia. Perché di magia si deve parlare considerato che il giornalista è riuscito a riempire tutta pagina 7 senza fare un nome. Non solo non si cita un amministratore dell’epoca, né il Commissario ad acta Daviddi che ha anche ricevuto una condanna, ma non si fa nemmeno il nome della ditta che realizzò l’impianto: la famosa Daneco. Eppure fatti e personaggi da ricordare, vecchi e nuovi, ce n’erano. Approfitto anche per chiarire una cosa con Bertucci, che ha pubblicato un intervento abbastanza condivisibile per quanto riguarda le responsabilità della sinistra (meglio precisare: DS a livello locale, regionale, nazionale) ma si è dimenticato un passaggio chiave: il famoso lodo che chiudeva la vicenda, obbligando i comuni ad accollarsi il Buraccio (alcuni non lo accettarono es. Porto Azzurro e Campo), a Portoferraio fu votato dalla giunta Ageno, di cui lui era assessore, contraria Rifondazione Comunista, si astenne l’Ulivo. Appare quindi evidente la responsabilità di avere approvato una spesa di quattordici (più forse altri quattro) miliardi di lire per la “Fabbrica dei rifiuti”, soprattutto avendo in precedenza rifiutato una transazione che avrebbe chiuso ad un costo inferiore della metà, per la gioia della nuova proprietà di Daneco: la Waste Management Italia. Amministrata dal noto Paolo Togni, il cui operato in veste di Capo di Gabinetto dell’allora ministro Matteoli è stato oggetto di interrogazioni parlamentari, censure della Ragioneria generale dello Stato, sentenze avverse di Corte dei Conti e vari Tar. (fonte: Atti di Camera e Senato) Chissà, se si fossero messi da parte interessi politici e di parte perseguendo una soluzione comune, forse non ci si sarebbero rimessi tutti quei milioni. Ma alla fine cosa resta oltre un mare di soldi che qualcuno dovrà pagare e le polemiche ormai forse inutili sui giornali? Almeno una speranza. Che serva da esempio, magari nell’affrontare altri problemi che ci riguardano direttamente anche se frutto di decisioni di altre amministrazioni. Anche al di là del Canale di Piombino. La prossima partita si gioca sui fanghi di Bagnoli. Se sarà gestita come il caso Daneco c’è molto da preoccuparsi, visto che anche questa pare una questione prima di tutto politica, fatta alle spalle della gente, anteponendo le direttive di partito alla logica e al buon senso. Sembra proprio ripetersi il giochino di dieci anni fa: cifre spropositate da spendere per forza e future poltrone da spartirsi. Magari saranno fanghi miracolosi, ma intanto a Napoli qualcuno va sotto processo, Bagnoli si rilancia con alberghi, parchi e negozi e l’Elba resta a guardare. Michele Castelvecchi A margine un invito ai membri del Comitato No Fanghi di Piombino a partecipare al Consiglio Comunale aperto, che si terrà a Portoferraio il prossimo 3 Marzo alle ore 15:00, avente all’ordine del giorno la questione che li interessa direttamente.


gassificatore buraccio vicino

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