E' iniziato con un durissimo attacco alle categorie economiche da parte di Peria il consiglio comunale aperto voluto da tutti i gruppi consiliari di Portoferraio sul tema del trasporto marittimo e dell'assetto portuale elbano. La rumorosa assenza, definita “provocazione” dal presidente degli albergatori Antonini, di tutte le organizzazioni imprenditoriali ha reso un po' surreale la seduta. La politica locale, provinciale e regionale parevano quasi essersi ritirati in convento alla De Laugier, sostanzialmente isolati dal resto della realtà socio economica elbana. Ma le istituzioni non hanno rinunciato a svolgere il loro ruolo alla presenza di Giorgio Kutufà, presidente della Provincia di Livorno, dell'assessore regionale al lavoro Simoncini e del presidente dell'autorità portuale Guerrieri. Pur con accenti diversi, tutti gli intervenuti hanno messo in risalto come la questione del trasporto marittimo sia essenziale per lo sviluppo economico dell'Elba e per il diritto fondamentale alla mobilità degli abitanti. Diversi invece i punti di vista,anche tra i consiglieri comunali intervenuti, sul ruolo delle due compagnie. Palmieri e Gragnoli hanno sottolineato il fatto che le più forti aspettative sono verso la compagnia pubblica Toremar, sovvenzionata con forti capitali pubblici ma poco attenta ai bisogni dei residenti e alle necessità della realtà locale. Molti gli interventi in qualche modo rivolti alla Moby Spa, rappresentata in sala dall' a.d. Parente le cui parole sono da molti state interpretate come un'apertura sul fronte della possibile chiusura degli uffici elbani della compagnia. Parente in effetti ha dato ampia disponibilità a tornare indietro sul ricatto occupazionale se gli altri soggetti della realtà economica elbana (soprattutto i privati, ha sottolineato) sapranno dimostrare a Moby la reale volontà di pianificare insieme l'ampliamento della stagione turistica. Catalina Schezzini, presidente ANCIM ha invitato “Vincenzo” (così si è rivolta indirettamente a Onorato, causando non poco brusio in sala) a ricordare, nel prendere le sue decisioni, i suoi legami affettivi con l'isola dove è cresciuto. Prima dell'intervento finale dell'assessore Simoncini (che si è sostanzialmente limitato a promettere di riferire quanto ascoltato all'assessore ai trasporti Conti) ha preso la parola l'a.d. Di Toremar. Piuttosto inatteso il suo intervento durante il quale ha difeso la compagnia pubblica ricordando che si muove sotto stretti vincoli dettati direttamente dal Governo. Si è venuti così a scoprire, ad esempio, che l'odioso e contestatissimo balzello introdotto recentemente sui biglietti acquistati anche solo un giorno prima della data di partenza è stato deciso dall'organo che (a Palazzo Chigi) decide le tariffe di ferrovie e vie di navigazione sovvenzionate. L'amministratore di Toremar ha poi provocato alcune meravigliate e composte reazioni quando ha affermato di non riuscire a trovare sull'Elba lavoratori disponibili ad essere assunti e, per questo, di aver dovuto attingere al mercato del lavoro campano e siciliano. Davanti alle perplessità dei presenti, l'amministratore delegato ha citato come esempio di scarsa disponibilità degli elbani il rifiuto della dirigenza dell'istituto professionale alberghiero di Concia di terra a collaborare per l'effettuazione da parte degli studenti di stage formativi a bordo delle navi della compagnia. In ultimo, rispondendo alle perplessità di Gragnoli sulle condizioni di manutenzione della nave Bellini, il rappresentante della compagnia pubblica ha assicurato che il traghetto, per necessitando di alcuni interventi, è idoneo perfettamente all'utilizzo in linea. Quanto doveva accadere qualche ora dopo nel porto longonese fa apparire a posteriori non poco tragicomica l’affermazione.
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