L'eolico è un tabù nei parchi nazionali e nelle Zps italiane, e forse la spina dorsale di qualche ambientalista nostrano sarà percorsa da brividi di orrore purista quando saprà che nel santuario mondiale dell'ambientalismo, il simbolo dell'evoluzione e della biodiversità, nelle Isola Galapagos hanno appena inaugurato un parco eolico, costato 10,8 milioni di dollari, a San Cristòbal. Le Isole di Darwin vogliono uscire così dalla dipendenza dal petrolio, che ha causato non pochi problemi anche con recenti naufragi, come quello della nave cisterna che nel 2001 sparse 569 mila litri di combustibile proprio nel mare di San Cristòbal. Il presidente "ambientalista" dell'Eqauador, Rafael Correa, ha inaugurato l'impianto eolico il 18 di febbraio in occasione del cinquecentesimo anniversario della scoperta delle Galapagos, con l'intento di liberare le 17 isole e i loro 30 mila abitanti (e i 120 mila turisti) da ogni combustibile fossile entro il 2015. Il 50% dell'energia di San Cristóbal oggi è assicurata da tre turbine eoliche da 800 kw. E il resto è ancora assicurato dal gasolio che fornisce elettricità all'altra metà dei 6.100 abitanti dell'isola. La metà del progetto è sto finanziato dalla American Electric Power, mentre l'Equador ha investito 3,2 milioni di dollari, il resto sono finanziamenti di diverse agenzie dell'Onu. Le pale eoliche fanno parte della riconversione sostenibile delle Galapagos, il territorio dell'America latina che, grazie al suo ambiente unico, ha conosciuto la maggiore crescita economica. Il 97% delle isole è protetto e dichiarato Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco, e proprio questa agenzia dell'Onu ha avvertito che il turismo, le specie invasive, l'immigrazione e la pesca illegale stavano diventando un serio pericolo per la biodiversità delle isole. Correa ha dichiarato lo stato di emergenza, ha nominato un nuovo governatore per le Galapagos, ha limitato i voli aerei, il turismo e i permessi di residenza. Da quest'anno tutti i visitatori dovranno presentare una credenziale con tanto di foto per poter accedere all'arcipelago. Il progetto eolico è stato realizzato dopo un'accurata valutazione ambientale per minimizzare l'impatto sulle specie locali, ma nessuno pensa che questo metterà in pericolo i famosi fringuelli di Darwin, le fregate e i pellicani. Il progetto originale è stato rivisto quando ci si è resi conto che interferiva con l'area di nidificazione e il volo notturno dei petrelli delle Galapagos (Pterodroma phaeopygia), una specie a rischio di estinzione. Un comitato indipendente ha valutato i siti dove ubicare le pale eoliche e le linee elettriche di collegamento sono state interrate per non interferire con lo spostamento dell'avifauna. Dopo l'avvio sperimentale non si è registrata nessuna morte di uccelli per impatto sulle pale eoliche. «La prima preoccupazione è stata quella di proteggere questo luogo inviolabile e la sua incredibile biodiversità» ha detto all'agenzia Ips Michael G. Morris, gestore dell'American Electric Power. Il parco eolico è la prima tappa di un progetto del Programma per l'ambiente dell'Onu (Unep) che darà energia pulita alle cinque isole abitate dell'arcipelago mediante un sistema ibrido che combinerà generatori eolici, a gasolio e fotovoltaico. La scorsa settimana è stato definitivamente approvato nell'Isola di Santa Cruz un nuovo progetto per una centrale eolica, solare ed a biocombustibile da 3,2 MW. www.greenreport.it Si l'eolico è un tabù nei parchi nazionali e nelle Zps italiane' come dice l'estensore dell'articolo, ed è un tabù imposto dalla parte meno avveduta del mondo ambientalista, quella che tende ad ideologizzare su tutto, che non sa fare i rapporti tra costi e benefici (per l'ambiente ed a cascata per l'uomo) che detta principi in maniera astratta ed inaccettabile, che dice dei no e che non indica reali alternative, pur continuando magari a viverci nei parchi, ed a consumare inquinando. Un tabù del quale, prima di tutto in isole come le nostre, in un Parco come il nostro, occorrerebbe sbarazzarsi.
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