Alla lunga nota di Legambiente sulla vicenda di Capo d’Arco l’amministrazione comunale piaggese ha risposto in serata di giovedì con un sintetico comunicato: “Il piano particolareggiato di Capo d’Arco – vi si legge - dopo l’adozione del Consiglio comunale, è stato suffragato da tutti i prescritti pareri, ai quali il Comune si uniforma, e successivamente è stato portato alla conferenza dei servizi presso la Regione, ai soli fini paesaggistici, come previsto dalle norme vigenti a seguito dell’entrata in vigore del Pit. In quella sede, come risulta dalla relazione dell'ufficio tecnico preposto, è stato richiesto al Comune di integrare la documentazione con un rendering, che non era stato fornito perché non espressamente richiesto inizialmente. Le questioni poste da Legambiente sono pertanto inesatte o addiruttura insussistenti, e comunque del tutto estranee al tipo d’esame che è tenuta a compiere la suddetta conferenza dei servizi”. Il Comune quindi minimizza e sembra dare per scontato che una volta completata la documentazione, con la produzione di una fotosimulazione dell’area ad interventi compiuti la CdS trasformerà automaticamente il approvazione il giudizio sospeso. In realtà ci pare che le cose non stiano esattamente così perché il parere “.. ai soli fini paesaggistici” (sic!) è determinante per la fattibilità dell’intervento ed è ancora lungi dall’essere espresso. Ancora una volta sembra di leggere lo stesso atteggiamento infastidito che gli Amministratori di Rio Marina assumono quando Legambiente rivolge loro un qualsiasi appunto o quesito. Un atteggiamento comprensibile anche se ingiustificate, alla luce del regime di consociativismo urbanistico vigente nel comune dove non si capisce dove termina la maggioranza e dove inizia la (supposta) opposizione
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