I recenti fatti avvenuti in Campania hanno riportato prepotentemente in primo piano sui media nazionali le questioni legate allo smaltimento dei rifiuti. Il caso limite e paradossale dell'emergenza Campania - frutto prevedibile di politiche inesistenti e rimpalli di responsabilità che hanno fatto la fortuna di ecofurbi ed ecomafiosi - ci conferma quanto già sappiamo: i rifiuti costituiscono una delle più gravi emergenze ambientali con cui non solo l'Italia si trova a fare i conti. La Toscana è in testa alla produzione dei rifiuti procapite, ma i Comuni elbani sono i primi in Toscana per produzione pro-capite di rifiuti (Capoliveri è a una tonnellata e mezzo a testa!) e ultimi per la raccolta differenziata. Lo stile di vita adottato e il modello produttivo nei paesi industrializzati produce montagne di rifiuti per le quali è sempre più complicato trovare una sistemazione. Un problema planetario dai costi ambientali altissimi che possono essere abbattuti significativamente applicando la politica delle 4R - Riduzione, Riutilizzo, Riciclaggio, Recupero di energia - snodo fondamentale della strategia sulla gestione dei rifiuti della Comunità Europea. La riduzione della produzione dei rifiuti a monte resta la prima e fondamentale questione da affrontare, in particolare in isole come quelle dell'Arcipelago, dove alcuni imballaggi (si pensi solo alle bottiglie di plastica) potrebbero essere semplicemente fermati in continente. In Italia ancora è stato fatto troppo poco in questo senso. All'Elba ancora di meno. Anche noi possiamo concorrere ad invertire la tendenza. Basta una riflessione: quando portate a casa la spesa quante sono le cose che dalla busta del supermercato vanno direttamente nella pattumiera? La scatola di cartone del dentifricio, il cartone che tiene insieme le tre lattine di pelati, il polistirolo e la plastica in cui confezionano frutta, verdura, formaggi... la lista potrebbe essere lunghissima! Parliamo di migliaia di tonnellate di rifiuti inutili che potremmo risparmiare alle nostre tasche e alla salute del Pianeta. E' per questo che Legambiente avvierà il primo marzo DISIMBALLIAMOCI! un'azione compatta di informazione e sensibilizzazione. Basta con gli sprechi inutili, basta con le chiacchiere, cominciamo noi, subito, adesso, a diminuire i rifiuti. Se siamo tanti e uniti possiamo influenzare il mercato con acquisti consapevoli, meno impattanti, che incidono meno nei nostri bilanci. Intanto Legambiente ai supermercati, anche a quelli elbani, "Decalogo della buona distribuzione", chiedendo di adottare subito almeno uno di questi 10 punti: 1) favorire la vendita di prodotti (pane, frutta, verdura, affettati, formaggi) al banco, disincentivando l'utilizzo di vaschette e imballaggi in plastica e polistirolo; 2) evitare le confezioni multiple e multimateriali (es. merendine imballate singolarmente nella plastica, raccolte in una scatola di cartone, imballata a sua volta in un involucro di plastica); 3) vendere prodotti concentrati e ricariche (es. detersivi), con imballaggi più sottili e meno voluminosi; 4) adottare i dispenser, ovvero distributori che permettono ai clienti di acquistare pasta, detersivi, detergenti alla spina favorendo ogni volta il riutilizzo degli stessi imballaggi; 5) limitare la distribuzione di prodotti usa e getta (es. bicchieri, piatti e posate in plastica) ed eventualmente proporre come alternativa stoviglie realizzate in plastica biodegradabile; 6) preferire gli imballaggi e prodotti realizzati con materiali riciclati e facilmente riciclabili; 7) evitare il più possibile la vendita di prodotti con imballaggi voluminosi e inutili; 8) introdurre prodotti con marchi ecologici, garanzia di ridotto impatto ambientale. Alcuni esempi di etichette ecologiche sono: l'Ecolabel, marchio europeo di certificazione ambientale utilizzato per i detersivi, la carta per usi igienici, le risme di carta, le pitture e le vernici, ecc, il marchio FSC - che contraddistingue i prodotti da legno proveniente da foreste certificate -, usato per la carta, i fazzoletti, lo scottex, ecc.; 9) informare la clientela dell'esistenza di prodotti a ridotto impatto ambientale attraverso azioni di sensibilizzazione che invoglino i cittadini a scegliere i prodotti "amici dell'ambiente"; 10) introdurre prodotti del commercio equo e solidale.
supermercato