Leggendo i giornali degli ultimi mesi e seguendo tutti gli altri media nazionali (e non) mi sento quasi di ringraziare la Campania e Napoli. Certo che l’Italia, sia con lo Stato centrale che con le istituzioni locali, ha mostrato tutta la sua incapacità e la sua non volontà nel risolvere il problema della spaziatura! Certo che è una vergogna nazionale! Ormai ovunque, sul territorio della nostra penisola, si rilevano grandi problemi riguardo l’immondizia e, tolto qualche caso particolare sia in Toscana che altrove, poco o niente è stato fatto nel passato con la responsabilità di tutti, sia dei cittadini che di chi avrebbe dovuto intervenire applicando le leggi. E parlo soprattutto…dei vari Governi degli ultimi venti anni! Il Governo Prodi ha preso alcune tempestive decisioni riguardo la situazione della Campania (De Gennaro!) ma la situazione stenta a migliorare. Senza farmi prendere dall’emozione del momento voglio pormi su un livello di razionalità e di riflessione. Per superare l’attuale drammaticità della Campania come pure le situazioni critiche su tutto il territorio nazionale è necessario affrontare il problema con una visione completa e globale:1-educare il cittadino e le aziende; 2-fare nuove leggi riguardo il packaging, cioè il confezionamento dei prodotti; 3-intervenire sul modo più corretto e opportuno per effettuare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti; 4-ridurre al minimo le tecniche e gli strumenti che hanno un forte impatto ambientale riguardo la natura e l’uomo. Ci dovrà essere una visione globale con soluzioni progettuali idonee. A monte di tutto dovrà essere posta la corretta cultura del cittadino e delle aziende emanando poi delle disposizioni di legge che riducano al minimo necessario il confezionamento dei prodotti e al massimo il riutilizzo o il riciclaggio dei contenitori. La “civiltà del benessere” deve saper autoregolamentarsi e porre in atto dei rimedi per la salvaguardia dell’ambiente e dell’uomo. L’economia, nello sviluppo sostenibile, attraverso la produzione e il consumatore, dovrà vedere e far vivere il mercato in modo differente da quanto sinora fatto. Si dovrà evitare di confezionare i prodotti, spesso di bassa qualità, con un packaging esagerato nelle forme e nell’ampiezza. Inoltre si dovranno ridurre al minimo i prodotti “usa e getta” come pure quelli che si deteriorano facilmente o che non siano riciclabili almeno in buona parte. In questo modo si interviene a monte per ridurre l’inquinamento con conseguenze positive sulla grande emergenza del momento con effetti anche per il futuro. Lo Stato dovrà fare la sua parte, con la massima urgenza, emanando leggi appropriate. Le amministrazioni pubbliche dovranno impegnarsi nel favorire lo smaltimento razionale dei rifiuti familiari e industriali, coinvolgendo popolazione e aziende come pure usando “il bastone e la carota”. Il cittadino dovrà, sempre più, prendere coscienza e conoscenza dei grandi problemi creati dal consumismo più deteriore e selvaggio. Ben venga il miglioramento socio-economico della società ma è necessario evitare di cadere nell’egoismo personale o di guardare solo strettamente agli interessi del proprio gruppo di appartenenza procurando solo danni. Fare in modo di vivere bene non solo in armonia con se stessi ma anche con l’ambiente che ci circonda. Riflettiamo su un dato. La Toscana ha l’invidiabile primato di 704 chilogrammi pro capite nella produzione annua di spazzatura! Quasi due chilogrammi a testa. Si intervenga con la massima urgenza prima che nella nostra Regione avvenga l’irreparabile. Naturalmente questo vale anche per l’Elba. In futuro dipende in buona parte da noi, o meglio, da ognuno di noi.
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