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Andrea Gragnoli - Saper guardare avanti

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 20 febbraio 2008

La situazione politica generale ci sta presentando un menu a base di pragmatismo: al di là dell’oratoria elettorale, infatti, la corsa ingaggiata da destra e centro-sinistra (ma anche da sinistra, mi pare) verso un “realismo di risposta” ai bisogni certamente concreti delle fasce di popolazione rispettivamente considerate, rischia di congelarci tutti in una prospettiva estremamente ravvicinata nello spazio e nel tempo, di inchiodarci a una politica dell’‘uovo oggi’ mortificante e forse anche sterile. Il movimento “L’Isola, la Città” è nato e trova senso nel dire e fare un passo in avanti, senza stare in concorrenza con chi bene o meno bene gestisce l’ordinaria amministrazione, indirizzando il proprio percorso verso più ampi obiettivi. Ad esempio, il problema del traffico. Leggiamo che secondo alcuni l’Amministrazione avrebbe potuto “progettare e attuare nuovi parcheggi (non è questo forse il vero problema di Portoferraio?)”. No. Non è certamente questo il vero problema di Portoferraio: lo è piuttosto togliere tutte le macchine dal centro storico, restituire alla città la sua vocazione monumentale e di risorsa turistica, immaginarne un riuso che “metta a reddito” l’immenso patrimonio economico che racchiude. Poiché questo è il futuro delle nuove generazioni di cittadini: il parcheggio è solo un problemino del nostro presente. Il che non significa che non ci se ne debba occupare, che non lo si debba risolvere. E infatti le soluzioni che sono state proposte vanno in questa direzione. Ma senza creare condizioni che impediscano il progetto più ampio. Si inizia da un controllo dei flussi di mezzi di locomozione, cominciando a limitare l’uso di un bene di altissimo valore alla dimensione di parcheggio. Nessun intento punitivo: per ora, chi ha due macchine ne può parcheggiare solo una all’interno della città medicea, e ne terrà un’altra fuori (o, se possibile e ad orari stabiliti, in piazza della Repubblica) . E’ un primo passo verso una città senza neanche una macchina in sosta, restituita ai cittadini e ai turisti: questo è il vero obiettivo, per il quale è necessario prevedere l’investimento di cospicue risorse progettuali ed economiche. La soluzione del problema dei parcheggi, cioè, rappresenta un mezzo, una tappa verso un obiettivo maggiore. Per questo bisogna agire sia nel modificare le abitudini dei cittadini, sia nell’immaginare soluzioni ponte. In termini generali si possono descrivere tre fasi: Decongestionamento del traffico e della sosta nella città medicea, con l’installazione di telecamere di controllo e l’assegnazione di una quota definita di permessi sosta. Creazione di aree di sosta nelle prossime vicinanze del centro storico, destinate nell’immediato alle seconde e terze vetture dei residenti, lasciando ai forestieri spazi residui. Creazione di due grandi contenitori di vetture: uno ubicato nelle “Galeazze” mediante la progettazione di un silo-garage multipiano, destinato a ospitare tutte le macchine dei residenti nel centro storico, secondo un’idea progettuale già a suo tempo avanzata e troppo frettolosamente abbandonata; uno nella zona ex ENEL, come previsto dal regolamento urbanistico vigente. In attesa che si realizzi questa seconda possibilità, si potrebbe realizzare un parcheggio multipiano dietro al Residence (soluzione molto più rapida e poco costosa). Creazione di una grande area di parcheggio in zona San Giovanni, collegata con il “chicchero” e con minibus navetta al centro storico, con percorso esteso fino al forte Falcone. Non importa, credo, rammentare che operazioni di questo genere sono state realizzate in centri di importanza analoga a Portoferraio, come Siena, Pienza, Certaldo, e in misura più ridotta in quasi tutti i centri storici toscani. E’ invece importante capire che questo investimento, per il quale si dovranno reperire risorse economiche ingentissime, accompagnandosi con la ridefinizione dell’assetto del porto turistico, deve essere considerato propedeutico a un nuovo disegno della città di Portoferraio, che nei tempi medio lunghi dovrà riguardare tutta la parte ‘nuova’ –dal Ponticello in là– con una ristrutturazione urbanistica che incida profondamente in una realtà venutasi a formare al di fuori di ogni progettazione d’insieme, con enormi diseconomie nell’uso delle aree che sono costate una espansione disordinata e disomogenea, dalla quale si salva forse solo il tanto vituperato “grattacielo”, che rispetto alle casette e alle palazzine che lo circondano rischia di apparire una vera e propria opera d’arte. La ricostruzione di Portoferraio, come tutti i passaggi intermedi indicati per la città vecchia e per il porto – qui delineati sommariamente – significano lavoro e prospettive di medio lungo termine. E per questo obiettivo “L’Isola, la Città”, e quanti altri condividono la necessità di affiancare al realismo delle soluzioni immediate l’immaginazione di prospettive future, si sentono impegnati negli anni a venire.


Portoferraio darsena da nave

Portoferraio darsena da nave