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A sciambere dei colonnelli

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 15 febbraio 2008

Caro Sergio, touchè, ma con alcune precisazioni. 1-Non ho avuto né ho nulla a che fare con l’Eccellenza Gallitto, se è questo che il tuo malizioso richiamo voleva insinuare. Anzi in generale, avendone conosciuti molti, non mi sbraccio né per i Prefetti e sottopancia vari né per l’Istituzione prefettizia, una Istituzione napoleonica che, a differenza della bandiera, ritengo inutile e superata. 2-Giovannino –pace all’anima sua- come è noto non era proprio un cuor di leone e, per quanto i nostri rapporti non fossero idilliaci per una sua certa tendenza a stare con la parte più retriva ed impresentabile della Democrazia Cristiana (non faccio nomi, ma tu mi hai capito, erano quelli con interessi da difendere) mi ha sempre raccontato di aver avuto un veto dai “compagnucci “ sulla soluzione logica dello stemma con le tre api. Da qui il famoso concorso di idee, risolto, mi par di capire con il tuo decisivo contributo (così ora abbiamo finalmente il responsabile). 3-Non ti vorrei istigare ad imitare i percorsi sui simboli ma, come dimostra l’esperienza della Sinistra Arcobaleno, quando si vuole una sintesi si trova (anche a costo di mandare in soffitta la vecchia e cara falce e martello). Così la bandiera, non maneggiata alla maniera gallittiana, potrebbe portare sul bianco da una parte lo stemma napoleonico, dall’altra quelli dei due Comuni aggiunti. O no? Grazie, come sempre, per la tua disponibilità e per l’ospitalità che mi dai ogni volta che ti invio un mio commento Pino Caro Pino Commento volante del commento: Nessuna insinuazione in ordine ad una tua contiguità con l'ippotrainato prefetto e/o altri esemplari della fauna ittica coinvolti nella vicenda degli "Abusi Eccellenti". Altri furono i politici che si ricoprirono di gloria - come testimoniano gli atti del processo di Genova - mediante telefonici conversari in ordine agli ipotizzabili destini giudiziari dell'allegro sodalizio di cui sopra. Ricordo perfettamente "la DC dei Colonnelli" come fu un po' esageratamente soprannominata, ed i triumviri del CCP (Cecchi, Colella, Provenzali Sr). Ero segretario di Zona della della Federazione Giovanile Comunista e l'allora mio omologo D.C. (Alvaro Pacinotti) mi omologava spesso a loro definendomi "colonnello rosso", accusandomi di un filosoviestismo che in realtà non ho mai praticato, con le stesse argomentazioni con le quali Liu Shao Ci polemizzava con Togliatti. La corrente dei democristiani maoisti (un altro era Umberto Gentini) ebbe una certa fortuna all'epoca. La Falce e il Martello non l'ho gettata in una polverosa soffitta ma in un ordinato (e prezioso) archivio della mia storia personale. Parliamo solo del simbolo però, giudizi mutati o più articolati su singoli eventi non mutano il mio essere comunista ideologicamente (ed ideologia è una parola nobile quanto politica, checché ne dicano questi quasi senescenti pretesi giovani innovatori che vanno per la maggiore al centro con un piedino da ballerina a sinistra ed a destra). Penultimo: ci sto, vada per la bandiera napoleonica modificata, ho qualche dubbio, ma sarà sempre meglio di quel troiaio. Ultimo: la disponibilità, come la cortesia è "compresa nel prezzo"


colonnelli negativo

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