Accade a qualcuno (e specialmente a chi è avanti con gli anni come noi) di partire dritto per un ragionamento ma accade anche che, cammin mentale facendo, per la strada si distragga, e finisca per approdare in tutt’altro porto rispetto a quello verso il quale faceva rotta. Qualcuno potrebbe obiettare che questo procedere non lineare potrebbe essere il prodromo del rincoglionimento, che grava su noi tutti qual spada di Damocle, ma rassicuriamo chi ci legge, nel caso tenteremo di dare il minor fastidio e compiere il minor danno sociale possibile, tanto per cominciare evitando di candidarci a sindaco. Angiolino Vai su cui abbiamo finito per ragionare del suo “la maggioranza de li tonti” in realtà ci era venuto in mente sabato nella sua qualità di Geometro, poiché dopo aver sentito parlare del fantasmagorico progetto del canile, e dell’ammontare del preventivo di spesa elaborato da un giovanissimo, rampantissimo, ammmanigliatissimo, architettissimo la nostra istintiva reazione è stata: “O non potevano farlo progettare da un geometro il canile? Sì perché siamo convinti che se qualcuno avesse proposto al Geometro Angiolino di porre a dimora delle siepi per cento milioni di vecchie lire (si cento milioni) intorno ad un canile delimitato da un bosco avrebbe guardato il suo interlocutore da sopra gli occhiali tacendo, ma lo sguardo avrebbe potuto tradursi in “Ma ci sei venuto o ti ci hanno mandato?” Certo quando il sacro fuoco dell’architettura ti prende è un lavorone, poco importa se devi progettare un pollaio o il ponte sullo stretto di Messina, l’arte è arte. E poi .. visto che gli importi del progetto e la parcella c’è rapporto proporzionale, perché risparmiare? Anche le siepi piantate in mezzo ai boschi hanno una loro utilità, così come sarebbe utile progettare una piscina galleggiante in mare e riempirla di acqua minerale (francese) o spumante italiano (purchè millesimato e da bere senza fare il ruttino). Alla via così, d’ora innanzi pisciatoi griffati Trussardi, conigliolaie di Fendi, castri per maiali di Dolce e Gabbana, piccionaie progettate da Renzo Piano e realizzate in titanio, se le paga il pubblico erario, noios direbbe Bruno. Se non ci fossero di mezzo quei poveri cani ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate, ma c’è il loro bisogno che è stato usato per tentare questo colpetto, e allora c’è da incazzarsi e nemmeno poco. Per favore toglieteci tre passi dagli occhioni (si che non li vediamo) tutto questo architettame e dateci un sano geometro, capace di costruire un canile verosimile e vero, buono ed economico (a S.Martino ovviamente).