La risposta della Comunità Montana Recenti dichiarazioni sui media, che danno praticamente per scontata in Regione “la soppressione di alcune Comunità Montane tra cui quella dell'Arcipelago..” richiedono una breve precisazione. Sia nell'incontro di lunedì scorso tra i Comuni elbani, di Capraia e del Giglio con il Presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani, che nell'incontro di ieri in videoconferenza tra Comunità Montane e i vertici regionali (Martini, Gelli, Fragai) è stata ribadita la volontà comune di non penalizzare cittadini ed economie dei territori disagiati con chiusure indiscriminate di Enti che hanno svolto un efficace ruolo di programmazione comprensoriale e di coesione istituzionale e socio-economica. Siamo quindi fiduciosi che le modalità di partecipazione degli Enti Locali che UNCEM e Regione Toscana hanno sempre praticato, porterà a scelte in grado di garantire la continuità dei benefici che la definizione di 'montanità' comporta per l'Elba e l'Arcipelago senza per questo rinunciare al previsto e necessario riordino. Tale atteggiamento di attenzione della Regione alle richieste dei territori montani e disagiati appare confermato dal ricorso del Presidente Claudio Martini al Consiglio di Stato a tutela delle prerogative della Regione in merito al riordino delle CM. Sempre in merito a tale questione, va registrata inoltre la presentazione di emendamenti, a livello parlamentare, per portare dal 30 giugno al 31 dicembre i termini di scadenza fissati nelle Legge Finanziaria. CM dell' Arcipelago Toscano Pino Lucchesi: Comunità Montana –Indici a ribasso Sono costretto di nuovo ad intervenire sul tema della soppressione della Comunità Montana, sul quale mi sembra (vedi intervista del federale (ex?)DS Marchetti) si stia ormai giocando al ribasso. E per ristabilire quel minimo di verità possibile ed accettabile ricapitolo alcuni punti: 1- Con la scusa della riduzione dei costi della politica (una baggianata del tutto risibile) il Governo Prodi ha adottato un provvedimento del quale non si sentiva assolutamente il bisogno (semmai era necessario ed opportuno sopprimere le inutili ed elefantiache Province) decretando di fatto la morte politica di molte Comunità Montane, tra cui la nostra. 2- Il Provvedimento è passato con la connivenza del Ministro di riferimento per il nostro territorio (Mussi) il che spiega anche i tenui belati di protesta di questi ultimi tempi; 3- Con questo Provvedimento il Governo Prodi ha di fatto privato l’Elba di un Ente Territoriale di coordinamento (l’unico, se si esclude il Parco che però riguarda condizioni specifiche) ormai stabilizzato nel tempo ed accettato da tutti, una stanza di compensazione, se vogliamo, che ha consentito di districare tante matasse ingarbugliate. Con lo stesso provvedimento il Governo Centrale ha passato la patata bollente alla Regione Toscana. 4- Quanto contenuto al riguardo nella Finanziaria 2008 appare profondamente viziato sotto il profilo costituzionale perché entra a gamba tesa nelle modalità di costruzione del procedimento normativo regionale e riguarda una materia che rientra chiaramente “nella competenza normativa residuale delle Regioni”. Non sono conosciuta le ragioni per le quali Regioni attente, come in altre situazioni la Toscana, non abbiano sollevato il problema dinanzi alla Corte Costituzionale. 5- I parametri fissati da Prodi e C. riguardano solo il caso in cui…la Regione Interessata non provveda entro sei mesi (giugno 2008) ad adottare una propria specifica norma. C’è tutto il tempo per fare una buona legge che, partendo dalla necessitata riorganizzazione delle Comunità, identifichi con chiarezza un Ente di Coordinamento dotato di poteri reali per situazioni specifiche ed uniche come quelle dell’arcipelago toscano. 6- Il grande Marchetti passa invece a dare per scontato che non si possa far nulla ed immagina per l’Elba “un circondario” che eserciterebbe funzioni delegate alle Province e da queste subdelegate”. Si sentiva proprio la mancanza di un nuovo carrozzone asservito e politicamente dipendente dalla Provincia di Livorno!. No, grazie, ci è bastata l’operazione delle strade provinciali con tutto quello che si sono trascinate dietro in termini di condizionamento politico. Naturalmente sono tra coloro che si augurano che il Governo prossimo venturo (qualunque esso sia) riprenda in mano la partita, immaginando come prive di forza iniziative che dovrebbero partire da forze politiche, già alleate, che se le daranno di santa ragione nelle prossime settimane, e nulla sperando da una opposizione evanescente e divisa. On. Pino Lucchesi PS Naturalmente spero, se avremo la fortuna di poter avere una Struttura di Coordinamento seria, che non si ripeta la manfrina dell’altra volta quando i compagnucci ci imposero quel brutto stendardo al posto del simbolo storico, nel bene e nel male, dell’identità elbana e cioè la bandiera con le tre api. Nota a margine di Elbareport (su alcune considerazioni di Lucchesi) Caro Pino - Essendo stato sfiorato dalla vicenda del “brutto stendardo” della CM (anche io l’ho sempre ritenuto un poco lassativo) vorrei aiutarti a mettere un po’ le cose in ordine. C’è infatti un episodio marginale che mi ha reso indimenticabile quella vicenda. Ero appena passato come dipendente comandato dalla Provincia alla C.M. che era allora guidata dal Presidente Cecchi (DC) e una mattina per fare spazio in archivio fui incaricato di giustiziare insieme a Michele Albertolli una furgonata sana di bozzetti del concorso per il nuovo logo, dando loro frettolosa sepoltura nella allora fumante discarica di Buraccio alto. Ho fissata nella memoria la particolare circostanza perché Michele (che ora vive e credo faccia il postino negli States) se ne uscì con una delle sue, in perfetto slang capoliverese. Mentre eravamo immersi in quel puzziterio infame mi confessò: “Io sarei impiegado Se’ .. ma a la sgrivania gi sdo come ‘n croge … Voi medde lavorà gome oggi – ed era convinto - all’aria aberta!?” E’ quindi stracerto che quel concorso di idee che produsse il logo brutto e lo stendardo conseguente si svolse e concluse mentre la C.M. era sotto l’augusta guida di Giovannino Cecchi buonanima, che definire “compagnuccio” mi parrebbe spericolato. Concordo che la bandiera con le tre api (magari messa per il verso giusto e non come la teneva, vedi foto, il prefetto Gallitto a Montecarlo, "capiculata", con le api kamikaze in picchiata verso terra e la sigla napoleonica "a capallonge") sarebbe un simbolo bello e graficamente dignitoso, ma c’è un particolare: gigliesi e capraiesi cosa ci incastrano con le tre api? Vogliamo colonizzarli coi nostri alveari? sergio rossi
comunità montana montecarlo
Alessi al lavoro
lucchesi nuova piccola