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Il progressivo spengersi di Porto Azzurro

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 12 febbraio 2008

I tempi cambiano, così come le abitudini delle persone e il tessuto sociale di un paese. Le tradizioni devono esser coltivate se vogliamo mantenere quei tratti caratteristici che i nostri ospiti e gli abitanti dei paesi vicini hanno sempre apprezzato, frutto di notti e giorni di lavoro. Oggi, viviamo in un paese che non riesce ad offrire una domenica differente dagli altri giorni, un paese vivo d'estate solo grazie alla sua bellezza ma di cui non possiamo accontentarci. Eppure ci vorrebbe così poco, l'esempio sono le due associazioni che la settimana scorsa, con loro spirito di iniziativa hanno organizzato i due veglioncini carnevaleschi. L'amministrazione ha naturalmente patrocinato le loro proposte, ma non è sufficiente, il suo ruolo non può esaurirsi a quello di spettatore inerme in attesa che qualcuno bussi alla porta con la voglia di fare qualcosa. A cosa serve un comitato festeggiamenti, degno di nota solo per l’organizzazione della sfilata storica per poi cadere in un lunghissimo letargo, che tralascia una programmazione estiva di eventi e che non si fa promotore del rilancio del carnevale a Porto Azzurro? Passata un'estate all'insegna del trittico "barche-gelato-bancarelle", quest'inverno, di fronte all'illusione che i lavori della piazza sarebbero partiti il 1 ottobre e conclusi il 1 giugno, sapevamo che non sarebbero arrivati carri allegorici e serate danzanti, ma che nonostante ciò era intenzione dell'amministrazione riqualificare il carnevale di Porto Azzurro. Tanto che il comitato festeggiamenti rifiutò la proposta di alcuni volontari cittadini a proposito di una "Notte bianca", una festa da svolgersi al parcheggio "De Sanctis" con la collaborazione i negozi e i ristoranti del Paese, che avrebbero tenuto aperte le loro attività per l'occasione. Se questi sono i presupposti provocatoriamente mi domando cosa ce ne faremo della restaurazione del "Teatrino" se non siamo in grado di valorizzare le risorse, umane e materiali, che già abbiamo, se non sappiamo stimolare e dare spazio alla creatività e alla voglia di partecipare dei nostri concittadini. Come dicevamo i tempi sono cambiati, quei gruppi di ragazzi sempre pronti a lavorare per il paese sono cresciuti e la divisione in quartieri non fa parte della nostra storia. Quale potrebbe essere allora l'elemento "unificante" per quelle persone che hanno voglia di impegnarsi per la propria comunità, di elaborare progetti, proposte o qualsiasi altra iniziativa? La risposta sta nell'esempio su citato, il nostro paese ha sempre potuto contare su un tessuto sociale composto da numerose associazioni che se coinvolte da un vero comitato festeggiamenti indipendente, apolitico e soprattutto che non sia il braccio più lungo dell'amministrazione di turno (qualsiasi sia il suo colore), potrebbero dare nuova linfa al nostro paese e risvegliarlo da questo torpore culturale. Porto Azzurro è un cuore sano ma che ogni tanto si assopisce, l'amministrazione si dovrebbe preoccupare di dargli sempre nuove scosse per riportarlo in vita, sulla cresta dell'onda come una volta, d'estate e d'inverno.


Porto Azzurro piazza grigia

Porto Azzurro piazza grigia