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A Sciambere dei conventi e delle convention

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 12 febbraio 2008

Come volevasi dimostrare: i TG nazionali allineati e coperti, dopo lo spot pubblicitario del Cavaliere pro domo sua e pro antagonista “carino” (“.. se state a destra votate per me, se state a sinistra votate per il PD”) hanno incominciato a rappresentare un paese irreale dove: a) la gente non vede l’ora di sciropparsi un’altra campagna elettorale b) il popolo si divide tra gente di centro e gente di destra (tertium - la sinistra - non datur) Ed in quest’opera mistificatoria il primo della classe, il più zelante Arlecchino servitore dei due possibili padroni è il TG2 della RAI, che solo qualche settimana fa superava il mitico Fede nelle contumelie al governo Prodi e ora è impegnato ed entusiasta sostenitore della “rivoluzione veltrusconiana”. E così in una domenica italiana ci viene proposto da un lato il Silvio rinnovato d'aspetto (via camicia e cravatta avanti col maglioncino scuro sotto la giacca) che imbonisce la parte elettorale della sua azienda, dall’altra lo ieratico stagliarsi del suo concorrente ma non troppo su uno sfondo di paesaggio umbro. Walter parla dalla terrazza del convento di Spello (ma in abiti borghesi senza il saio d’ordinanza) e qualche puntuale cronista annota che il suo è quasi un discorso “da convention americana”. In entrambi i casi le note sul look e sulla "location" superano in lunghezza e particolari quelle sul contenuto dei messaggi. Che bello .. e poi, da convention a convention, subito dopo si parla di un altro problema che attanaglia le famiglie italiane, un dibattito che appassiona i pensionati allo stremo economico, i trentenni costretti loro malgrado a fare i “bamboccioni”, ma perché sfruttati e sottopagati, gli operai asfissiati e bruciati, i commercianti usurati dai mafiosi, i pazienti ammazzati da una sanità troppe volte relativa, i cittadini male amministrati: chi vincerà le primarie democratiche negli states (pronuncia steits)? L’accostamento è voluto: ma sì, la massima aspirazione dei nostri due è portare la solidarietà degli italiani allo stato più ricco, più inquinante, più prepotente della storia del pianeta, è sbarcare all’aeroporto La Guardia e dire “I’m a Newyorker!” Ma sì, inseguiamo il sogno americano una democrazia di cartapesta dove invertendo l’ordine (e il partito) dei presidenti il prodotto non cambia, o cambia poco, dove si vince o si perde un'elezione per una questione di look o per un pompino (ops, dovevamo scrivere fellatio?); tanto poi a comandare sono sempre i giganti economici pronti a inventarsi “nemici della democrazia” a spianare nazioni, a fabbricare menzogne storiche, a massacrare popoli per luridi interessi petroliferi. Ma perché poi parlare di massimi sistemi quando a dimostrare le differenze abissali è una cosa tanto banale come la cronaca? Da quelle americane una (vera) di quattro giorni fa: “Louisiana: FOLLE SCARICA RAFFICA DI PALLOTTOLE SUI CONSIGLIERI COMUNALI”. Da noi il massimo potrebbe essere “Isola d’Elba: CONSIGLIERI COMUNALI SCARICANO RAFFICHE DI CAZZATE SULLE FOLLE”. Purtroppo (per Lorsignori) ci sarà anche la sinistra a correre in queste elezioni: senza televisioni accondiscendenti, senza montezemoli benedicenti, senza prelati intriganti, ma ci sarà e si farà sentire, se non altro per rappresentare il paese reale e non quello virtuale e per costringere chi sembra avere smarrito il senno politico e la rotta sociale della sua bussola a recuperarli nel vicino o nel distante futuro.


Spello umbria

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