Sergio, ebbi a leggere il di lui pensiero, di lui Mario Tozzi, che peraltro raramente condivido. Ti giuro che era la prima volta che ebbi a comprenderlo e condividerlo. Ebbene si, era la prima volta che, alla prima volta, capivo colui che, per spiegarsi, abbisogna sempre della rettifica o del chiarimento. Ma stavolta era stato mitico e forse mitico è riduttivo. "L'unica cosa che potremmo fare per avere un impatto sostenibile sulle risorse sarebbe tornare indietro". Ni dovrebbero da' il Nobel per una frase del genere! Infatti un glielo danno perché qualsiasi precisazione a questa frase ne avrebbe ridotto la presa e l'efficacia. Et voilà ecco la precisazione, e io un la leggo! Tutto sto' preambolo per ditti che già da qualche giorno ebbe a insistere sul mio tavolo un tomo che Georges Battaille non stampo', lo stamponno ("stamponno" il correttore Microsoft da' errore e io pigio aggiungi, tiè) dopo che ebbe a esse schiattato, ma vergo' tra il 39 e il 45 che si intitola "Il limite dell'utile": ebbi a leggerlo un par d'annetti fa e, a causa di vicissitudini personali occorsemi, ebbi modo di ritirarlo giù dalla libreria per ripassarlo un po'. Ora si potrebbero scatenare infinite correnti di pensiero economico-finanziario-politico e da una prima mi pare che Bataille di destra 'un fosse, ma questo importa poco. Comunque, per copià il di dietro del libro ci vol poco e te lo copio, solo la parte finale per non annoiatti: "Bataille riconobbe in tutto il mondo moderno una sorta di fatale cecità legata al predominio indiscusso della categoria dell'utile, a cui tutto viene subordinato oscurando così la necessità del superfluo: il che non può non avere vaste conseguenze, per lo più deleterie, su tutta l'intelaiatura della nostra vita. E poi arriva al punto che dice, in sostanza, quello che dice il Tozzi: che il superfluo dei più ricchi toglie il minimo di sussistenza ai più poveri - Era il 1945!!!! Riprendo a copià: Il limite dell'utile si colloca nel periodo più incandescente di quella riflessione sull'economia che sarebbe poi sfociata nella Parte Maledetta - e si direbbe che il tempo abbia dato ragione a questi audaci pensieri, giacché ormai molti degli economisti canonici si sono avvicinati a tale ordine di temi, scalzando la nozione di utilità dal suo imponente piedistallo e concentrando le loro indagini sulla nozione del sovrappiù intesa, proprio come Bataille auspicava, in un ampio senso antropologico. Antropologico lo spieghi te per favore. Dunque se l'utile di solito è quello che rimane tra quello che entra e quello che sorte, basta diminuì quello che sorte e l'utile aumenta? Lo sai qual è il bello degli studi economici? Che nessuno è applicabile, so' tutte teorie. L'unica certezza è che il capitalismo è un sistema errato, errato come tutti gli altri, l'unico problema è che ci sforziamo tutti i giorni di applicarlo. Ero bambolo e un mi ricordo chi fosse ma diceva: fermate il mondo voglio scende'! Ora sarebbe meglio chiude con editore, autore e costo, ma la cosa bella, una delle poche, è che il costo del tomo è coperto da un'etichetta con un messaggio d'amore. Certe cose, come dicono i leader del credito al consumo, non hanno prezzo. Mendolonbibliotecario* *dichiaratamente non comunista, un po' capitalista ma un mi garbo per nulla! Basito da tanta scienza umilmente mi appresto a vergare solo qualche marginale nota, ad iniziare l'inutilità del tentativo di umanizzare il correttore microsoft che dovendosi considerare generato da un Computer ne mantiene tutta la basale cromosomica efficiente banalità che ne fanno "un cretino di genio". Per il resto noto solo che in realtà turistiche ben più robuste economicamente (certo anche ambientalmente più compromesse) della nostra hanno capito che l'allocuzione "sviluppo sostenibile" è vecchia di un quarto di secolo e va sostituita da un più pertinente: "decremento verso la qualità" ed hanno pure iniziato a smantellare le opere dell'uomo in eccesso per ridare spazio al paesaggio ed alla natura. Ma il fatto che da noi si continui a cementificare le coste, si tenti di realizzare ancora ecomostri fuori dalla logica e dal tempo, mi dice che ne dovrà scorrere di acqua nelle valli elbane, prima che si sia digerito ed assimilato che in taluni casi, da queste parti, occorre andare dietro verso il futuro, come l'ippocampo che, al contrario di quanto pensa l'assessore, non è un galoppatoio ma un cavalluccio marino.
concorso foto cavalluccio marino