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Controcopertina: La tratta dei cani: un business milionario che viene dall’Est

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 06 febbraio 2008

Già si è scritto e parlato di quello che è un argomento un po’ scomodo e di poco interesse ma gli episodi accaduti in questi giorni mi spingono nuovamente a sfogare tutta la mia indignazione. Infatti due cuccioli di razza Pinscher di età compresa tra i 2 e i 3 mesi sono morti a causa di una gastroenterite acuta che in quattro giorni se li è portati via. Il primo cucciolo, acquistato alla fine di Dicembre 2007 è morto i primi di Gennaio e l’altro cucciolo, comprato alla fine di Gennaio è morto il 1° Febbraio: purtroppo entrambi i cani (con passaporto ungherese) sono stati comprati dalla stessa persona, ciò significa che lo stesso proprietario ha visto morire in pochi giorni i suoi due animali, uno dopo l’altro, con tutta la sofferenza e il dispiacere che si possono immaginare. Questi cuccioli fanno parte di un esercito di cani e gatti che arriva soprattutto dall’Ungheria (si parla di 50-70mila all’anno), ma anche dalla Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia e dopo aver viaggiato per circa due giorni su furgoni sporchi, con poca acqua e poco cibo, giungono in Italia ma 7 su 10 non ce la fanno, tuttavia acquistati a 35-40 € vengono rivenduti da noi tra i 700 e i 1500 €! Un business milionario di cui si parla poco o non si parla affatto: troppi interessi in gioco e troppe persone coinvolte in un fenomeno che è quello dell’importazione di cani e gatti dall’Est, sempre in costante crescita. Gli ingressi regolari seguono i canali ufficiali attraverso i controlli doganali e sanitari a Trieste, Fiumicino, Malpensa, tutti gli altri seguono strade diverse e i furgoni-prigione arrivano in Italia, soprattutto di notte, e poi ai caselli autostradali e nei parcheggi deserti comincia lo smistamento in tutti i negozi e le fiere per animali sparse nel nostro Paese. Da anni la L.A.V. , l’E.N.P.A. e altre associazioni schierate in difesa degli animali denunciano un commercio vergognoso che tuttavia non ha l’attenzione mediatica che meriterebbe: troppi interessi economici per allevatori, negozianti, veterinari compiacenti, lo stesso ENCI e lo Stato italiano che permette le importazioni senza i sufficienti accertamenti. Molta gente non ha ancora capito che cosa si nasconda dietro al traffico di cuccioli dell’Est e dei cosiddetti “puppy mills”, sedicenti allevamenti che pubblicizzano la vendita di animali di venti o trenta razze diverse, disposti a spedirle in tutta Italia come fossero parti di una cucina componibile. Purtroppo questi animali, che in Italia vengono venduti a prezzi di tutto riguardo, sono allevati ‘a basso costo’, nei cosiddetti “canifici”: 1) i cuccioli nascono da genitori scelti senza alcun criterio selettivo e senza controlli genetici. 2) le fattrici sfornano (grazie anche a terapie ormonali) cucciolate in serie, senza riposo e senza essere accudite, trattate come produttrici di cuccioli, come una catena di montaggio industriale. 3) i cuccioli vengono a malapena svezzati, “impacchettati e spediti” a 30-35 giorni di vita, spesso non vaccinati o con certificati sanitari falsi che attestano vaccinazioni antirabbia e contro la gastroenterite che in cuccioli di appena due mesi sembra difficile credere siano già stati effettuati. 4) i cuccioli, prima di arrivare in Italia, viaggiano almeno due giorni, debilitati e spaventati su camion senza riscaldamento, stivati come galline in gabbiette non igienizzate che hanno ospitato migliaia di cuccioli con risultati facilmente immaginabili. In Ungheria e in Italia esistono per fortuna molti allevatori seri e professionali che selezionano con cura e amano i loro animali, ben difficilmente venderanno ai negozi e generalmente vogliono conoscere i nuovi proprietari, seguirli lungo tutto il cammino della vita del cucciolo; i cani di cui stiamo parlando sono animali allevati esclusivamente sulla quantità e non sulla qualità. Ma a questo punto la domanda sorgerebbe spontanea: perché nessuno fa nulla per femare questo traffico? La risposta è semplice ma triste: è tutto legale. Purtroppo è legale pubblicizzare la vendita su riviste e giornali, importare cuccioli purchè in regola con le vaccinazioni, esporre i cuccioli in vetrina, ‘dopare’ i cuccioli per farli sembrare più sani… Ma allora cosa dobbiamo fare per contrastare il fenomeno? Poche ma importanti cose: 1) al momento dell’acquisto chiedere sempre la provenienza esatta e farla mettere per scritto 2) richiedere una garanzia sanitaria scritta di almeno 20 giorni 3) non comprare cuccioli in negozi o alle fiere o da allevamenti che vendono cuccioli oltre 3 o 4 razze Se desiderate animali di razza, cercate allevamenti seri che venda quella razza, andate a visitarlo e fatevi seguire dall’allevatore; se invece volete un cane senza spendere troppi soldi, non vi interessano accoppiamenti e cucciolate e non vi importa di esposizioni e prove di lavoro, rivolgetevi ad un canile o ad un’associazione che si occupa di animali abbandonati e troverete certamente quello che fa per voi. Rispetto chi sceglierà il cane di razza per motivi estetici e perché sa quanto crescerà e che carattere avrà ma questo per i cani giunti dall’Est non sarà mai vero! Infatti il vostro cucciolo assomiglierà alla razza di cui eravate innamorati ma non sarà un bel rappresentante di quella razza e non avrà mai un carattere corrispondente a quello descritto nello standard di razza, non essendoci una selezione genetica seria e responsabile. Certo, se nessuno comprasse più cuccioli dell’Est, i negozianti smetterebbero di rifornirsi, gli importatori non comprerebbero più i cuccioli e gli allevatori smetterebbero di produrli: questa forse è un’utopia, tuttavia una severa legge sull’importazione (che nessuno sta richiedendo con sufficiente forza) e una maggiore informazione (il traffico prospera grazie all’ignoranza della gente.. sulla pelle dei cani) sarebbero già un primo passo.


cane pinscher smaller

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