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La costruzione del Partito Democratico all'Elba

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 05 febbraio 2008

In questi giorni anche all'Elba si stanno definendo gli organismi dirigenti del Partito Democratico (PD). E' apprezzabile il rinnovamento che emerge fra i nomi dei delegati comunali e territoriali. Un segno di speranza, senza dubbio, che dovrà coniugarsi con la capacità di dare segnali concreti sul versante dei contenuti (c'è necessità e urgenza di uno sguardo strategico e prospettico di livello elbano) e dei metodi di conduzione del neonato partito. E' vero che questi organismi sono provvisori (scadranno con il primo congresso), ma il loro compito è fondamentale. Se non altro perché anche attraverso di loro si costruisce il volto che assumerà il PD. Il PD deve aprirsi alle ricchezze umane e culturali presenti sul territorio, attraverso un confronto coraggioso con le varie componenti intellettuali e sociali. Con uno sforzo di creatività politica, si dovrebbero inventare forme di apertura, coinvolgimento e protagonismo. L'amore per il bene comune contribuisce a vincere la paura di perdere il potere o il controllo delle situazioni: solo il coraggio di uscire dai partiti-fortezza potrà dare slancio ai partiti e alla politica. Si tratta di una questione cruciale: costruire un PD inclusivo, caratterizzato dalla partecipazione, dalle primarie, dal protagonismo dei cittadini. Proprio perché credo che nel dna del PD ci sia questa capacità inclusiva, ritengo che sia necessario fare di tutto per non bloccarsi (“mummificarsi”) sugli iscritti e sull'organigramma dirigente, dando vita a procedure stabili di coinvolgimento, a partire da segnali concreti che mostrino che davvero, nel PD, è possibile partecipare e contare anche senza essere dirigenti. Su questa strada, inoltre, verrebbero riconosciute le diverse sensibilità culturali presenti nel PD, oltre qualunque volontà di egemonia. Insomma un PD veramente plurale e democratico. Intanto, dobbiamo fare i conti con alcuni dati di fatto. I votanti nelle nostre assemblee (come nel resto d'Italia) sono diminuiti rispetto ai votanti alle primarie del 14 ottobre. Ho presente, per esempio, il dato di Portoferraio dove dai 616 elettori di ottobre si è passati a 175 di dieci giorni fa. Uno dei motivi di questo calo di interesse, forse è dato dal fatto che non si è parlato di programmi ma solo di candidature. Non nascondo, tra l'altro, qualche personale preoccupazione nei confronti di alcune modalità messe in atto sia nella fase precedente le primarie del 14 ottobre che nella successiva, con particolare riferimento alla collegialità e ai meccanismi che si individuano nei regolamenti e nel formando statuto del partito. Sono certo che su queste ed altre questioni sapremo recuperare in positivo. Soprattutto se, insieme a tutto ciò, riusciamo anche a rendere visibile una certa discontinuità nei confronti delle dirigenze dei partiti fondatori del PD (cioè Ds e Margherita). In conclusione, penso ad un PD che è forza davvero di centrosinistra (non una forza centrista, o una “nuova Dc”, come vorrebbe Follini), una forza capace anche di coltivare istanze di uguaglianza sociale, di tutela dell'ambiente e di promozione della pace affinché, in dialogo con le forze alla sua sinistra, possano diventare elementi di una cultura di governo e non solo di testimonianza.


marotti busto

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