Un incontro senza dubbio importante quello tenutosi a Firenze presso il Mandela Forum nella giornata del 28 gennaio, in occasione del giorno della Memoria. Giornata di formazione che ha visto la partecipazione, insieme ad altri 8000 ragazzi delle scuole superiori toscane, di un drappello di studenti elbani provenienti dall’ISIS Foresi e dall’ITCG Cerboni. Tema: i genocidi opera dell’uomo: “sterminio e stermini: è successo, può succedere di nuovo”, il titolo dell’iniziativa: Appuntamento annuale nel ricordo di un qualcosa che è dovere dell’uomo far rimanere un ricordo, solo un tragico ricordo. Nonostante questo sappiamo che tale non è rimasto, dal momento che tutt’oggi le pagine del tempo vedono impressi scempi di vario genere: alla scoperta di quanto avvenuto ad opera della belva nazista, emblema di quanto di negativo appartiene alla storia moderna, si credeva che tutto ciò non sarebbe dovuto più andarsi a realizzare; Primo Levi avrebbe affermato non erroneamente: “è successo, può succedere di nuovo”. Ne sono terribili esempi il genocidio dell’etnia armena operato dal governo turco e testimoniato in questa sede da Alice Tachdijan Polgrossi, che racconta l’odissea dei genitori armeni scappati alla persecuzione, e quello più recente avvenuto in Ruanda (a tal proposito interviene Esther Mujawajo), ossia lo sterminio di Hutu e Tutsi, forse il più crudele, di sicuro il più rapido della storia perché consumatosi in cento giorni che hanno visto la morte di almeno un milione di persone e quello, che ha concluso questa giornata con la proiezione di un’intervista ad un sopravvissuto, del disastro nucleare ad opera degli Stati Uniti durante il secondo conflitto mondiale sulle città di Hiroshima e Nagasaki. Rilevante la presenza di registi che della Shoa hanno saputo presentare documenti diretti e interpretazioni: Roberto Faenza, Ettore Scola e Carlo Lizzani, un videomessaggio di Steven Spielberg, ideatore nel 1994 della Shoa Foundation, basata sull’idea che “ogni testimonianza è preziosa in quanto racconta una storia unica”. Atrocità presentate come tali, senza ritocchi né deformazioni, nella loro più dilaniante cruenta. Non sono mancate le testimonianze dirette dei sopravvissuti dei campi di sterminio: Andra e Tatiana Bucci, sorelle che al tempo avevano sei e dieci anni ed hanno ripercorso con gli occhi della memoria l’inferno vissuto ad Auschwitz e Birkenau. Ospite speciale il neo laureato ad honorem David Grossman che dei genocidi e della shoa ha parlato con profonda partecipazione emotiva. Incontro importante, insomma perché basato su un linguaggio che va oltre la parola e le immagini, sia pure suggestivi e toccanti: sto parlando del linguaggio dell’espressione: sono gli occhi di chi ha visto cose che hanno tracciato in esso un solco indescrivibile, gli occhi della memoria, che portano appresso un ricordo indelebile, di chi ha subito l’odio ingiustificabile di altre persone. Incontro ancor più importante da momento che ha dato la possibilità a noi ragazzi dell’isola di venire a contatto con informazioni che mi auguro siano scivolate nella coscienza di chi, in particolare, di fronte a tematiche di tale portata, non mostra alcun sentimento.
studenti treno memoria shoa 2007