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A Sciambere del secchio

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 30 gennaio 2008

Quando eravamo adolescenti, quasi mezzo secolo fa ci ritrovavamo spesso impegnati in asperrime discussioni di politica all’interno di una compagnia dove eravamo l’unica pecora rossa, e proprio in occasione di una crisi di governo (una delle tante, allora i governi duravano pochissimo) ci capitò around midnight, o forse pure più in là, di impegnarci in una furiosa discussione dove alzare la voce c’era d’uopo per non finire schiacciati dal soverchiante numero degli antagonisti. Ma ad un certo momento, mentre eravamo accalorati, sentimmo aprire una finestra sopra la nostra testa e poi udimmo una voce che veniva dal buio e diceva: “Cercate di farlo alla svelta ‘sto governo perché domattina dovrei anche andare a lavorare” Ma il gruppo sotto la finestra si era già sparpagliato poiché eravamo tutti presi dal timore che l’ironica protesta fosse condita con una secchiata d’acqua (pratica allora assai diffusa). Oggi abbiamo visto, direte che è una fissa, un signore antico ma ben restaurato (oddio, stargli davanti è pericoloso, se gli si mollassero di colpo i punti del lifting si potrebbe anche morire schiaffeggiati dalle sue orecchie) che dimenticandosi dell’ultima gazzebata dove sembrava si fossero recati 4 gatti (e qualche pinguino visto che faceva freddo che s’arrocchettava) invece poi si scoprì che erano dodicimilioni, ha sfondato il partito appena fondato, si autosmentisce (per la duecentesima volta), si presenta in conferenza stampa con gli antichi alleati, gli stessi che qualche settimana fa ha amabilmente definito ectoplasmi, che a loro volta, con grande dignità, sono tornati come se nulla fosse sotto la cappella del mausoleo arcoriano. Inutile dire che abbiamo pensato: “Ah se fossi là con un secchio d’acqua a portata di mano !”


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