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Impressioni su una conferenza

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 18 novembre 2002

La Conferenza sulle politiche territoriali dell’Isola d’Elba, tenutasi a Portoferraio promossa dalla Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Portoferraio e presentata da tutti gli organi istituzionali e sociali a tutti i livelli suddetti, ha denunciato, a mio avviso, una situazione politica economica del territorio Elbano, giunta ormai ad un punto fermo che non trova altra soluzione se non il pericolo, alquanto prossimo, di una recessione economica. Da circa dieci anni l’indotto turistico ha avuto un progressivo declino, sia nella durata di permanenza, sia d’affluenza degli stessi turisti che sempre più sovente lamentano uno scarso rapporto qualità-prezzo della ricezione e nei servizi ad essa connessi. Tale fenomeno è conseguenza di una latente sinergia tra enti preposti alla gestione del territorio e le varie associazioni di categoria. Questo è quello che è emerso anche dai dibattiti avvenuti alla conferenza dove le varie realtà economico istituzionali e sociali erano più interessate a difendere gli interessi di nicchia, e a chiedere rimborsi per i danni avuti dall’alluvione dello scorso Settembre, piuttosto che focalizzare l’attenzione sui metodi di concertazione proposti dalla Regione. Quest’ultima insieme alla Provincia, ha fissato appuntamento per una nuova tavola rotonda fra sei mesi, momento in cui i vari enti menzionati dovranno presentare una soluzione di collaborazione unanime e fattibile nell’arco di breve tempo. E’ auspicabile, che a tale data, gli addetti ai lavori siano in grado di presentare un progetto di sviluppo territoriale, elaborato a tavolino con la convinzione di sostenere gli interessi di tutti, ma è anche evidente che cambiamenti di politiche della gestione passano anche attraverso il superamento di un certo tipo di logiche da “bottegaio” d’ogni singolo operatore. L’espressione più evidente, forse, di questo tipo di mentalità gestionale è il Parco Nazionale che soltanto in piccolissime zone ha saputo essere quel volano di valorizzazione economica e sociale, che potenzialmente, visto il contesto in cui è stato realizzato e l’ampiezza dello stesso, poteva e dovrebbe essere.

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