Ci sono sicuramente laici intolleranti così come ci sono i religiosi insofferenti e integralisti, che plaudono al ritorno della messa in latino e al prete che volta le spalle ai fedeli. Ma si assiste, purtroppo senza sorpresa, ad un aumento dei cosiddetti "atei devoti". Si tratta di nuovi apostoli senza fede, molto combattivi, il cui fine principale è quello di strumentalizzare la chiesa e le sue debolezze, per scopi politici, di carriera e di altri, non ancora ben definiti, progetti. Danno sostegno alle gerarchie ecclesiastiche senza risparmio di lingua e di penna. Uno dei più noti è senza dubbio il giornalista Giuliano Ferrara (il padre, poverino, si rivolta nella tomba), il quale ha avuto il muso di assimilare la moratoria sulla pena di morte, approvata finalmente dalle Nazione Unite, al dramma dellaborto. Le donne che decidono di interrompere una gravidanza vengono assimilate ai boia che azionano i comandi delle sedie elettriche o ai carnefici che impiccano gli oppositori politici. Il mondo laico dovrebbe ribellarsi invece di tacere. Il Nuovo Partito Democratico dovrebbe con forza e coraggio alzare in alto la bandiera laica del reciproco rispetto senza invasione di campo. E invece ci tocca assistere alla corsa verso Piazza San Pietro di autorevoli esponenti del PD in sostegno di una gerarchia arrogante e retriva. Come fanno a non provare vergogna questi fautori del libero confronto e tutori del pluralismo democratico? Mi fa specie che la gerarchia ecclesiastica cavalchi, senza ritegno, il cavallo preparato a modo da Ferrara. Ma si sa, Ferrara è un provocatore. Ma la chiesa, la Santa Romana Chiesa, pensa davvero di recuperare in questo modo quel potere spirituale sulle coscienze che negli anni è venuto sempre meno? Pensa davvero che lo scontro su temi delicati come l'aborto, il divorzio, la procreazione assistita, la ricerca sulle cellule staminali, l'uso del preservativo, le coppie di fatto, l'eutanasia, possa essere il percorso giusto per riaffermare il proprio primato? Io penso che sia una strada sbagliata che porterà ad alzare steccati e ad accumulare macerie tra le coscienze. Vedo, purtroppo, che accanto ai devoti atei di cui parlavo prima, crescono anche gli aspiranti "chierichetti in borghese", "neo apaboys" ex mangaiapreti che, in sostegno del Papa, lamentano la supposta "prevaricazione delle minoranze". "La cacciata del Papa dalla Sapienza frutto di questa malsana concezione di laicità e della paura del confronto". Sappiamo come nel passato la Chiesa si è confrontata con gli altri. Infatti, la Santa Inquisizione, i roghi, le accuse di eresia e di stregoneria a danno di innocenti erano un esempio di civile confronto con la cultura, la scienza e le opinioni diverse dal Potere Papale. Oggi, per qualcuno, il sole gira sempre attorno alla terra. Ma, per fortuna, esiste anche un'altra chiesa, quella del Concilio, quella che dialoga, quella che sta in Africa vicino alla sofferenza, quella che non porta grossi cristi al collo e anelli d'oro tra le dita, quella del Cardinale Martini e del suo successore Cardinale Dionigi Tettamanzi il quale, in una lettera inviata ai separati e ai divorziati dal titolo eloquente "il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito" scrive: "Se avete trovato uomini o donne della comunità cristiana che vi hanno in qualche modo ferito, se avete sentito giudizi senza misericordia e condanne senza appello, desidero dirvi il mio dispiacere. Sappiate che la Chiesa non vi abbandona ne vi rifiuta".
ferrara