Giusto e pertinente l'articolo di Marco Travaglio sull'Espresso di questa settimana, un Decreto del Ministero dell'Ambiente, in fase di approvazione innalza, di centinaia o anche migliaia di volte e in un caso fino a 100 mila volte, i limiti dei veleni contenuti nei fanghi che possono essere messi nelle vasche di colmata dei porti. È vero questo decreto non rispetta: le linee guida emesse dagli istituti tecnici dello stesso ministero, una recente risoluzione della commissione Ambiente della Camera e va in controtendenza rispetto alle norme europee, rischiando l'ennesima procedura d'infrazione con relativa multa da pagare. Nel resto dell'Europa i fanghi del dragaggio e i rifiuti pericolosi si trattano con appositi impianti e si riutilizzano, non solo per le vasche dei porti ma anche per fare strade ed altre opere pubbliche. Nell'articolo viene citato il pensiero di qualche tecnico del Ministero che si domanda che senso abbia dragare, trasportare e riversare quei fanghi dai fondali alle vasche senza prima trattarli per renderli innocui, aumentando il rischio di dispersione di sostanze cancerogene nell'ecosistema marino: cioè ai pesci e quindi alle nostre tavole. Per quale motivo questa follia? Sembrerebbe che tutto questo sia funzionale ad un affare colossale per le aziende che devono smaltire rifiuti tossici e ad un ente che sta per nascere per la bonifica dei siti inquinati, che stando alle indiscrezioni, sarebbe controllato da capitali privati e gestirebbe i siti da bonificare e le attività economiche collaterali. Piombino è al centro di questa follia, questo decreto era pensato anche e soprattutto per portare nelle vasche del nostro porto i rifiuti pericolosi di Bagnoli. Questo decreto è stato più volte citato anche dal sindaco per assicurare che, nonostante non si lavassero più i fanghi e si buttasse tutto in vasca così come era, si rientrava nei limiti consentiti dalla legge, proprio in virtù di questo decreto. L'accordo di programma preparato dal Ministero dell'Ambiente e fatto proprio dal comune di Piombino prevedeva proprio questa operazione sciagurata. Le modifiche apportate dalla Regione Toscana hanno, solo in parte, rimediato al pericolo di inquinamento ulteriore della nostra costa, hanno decretato che i materiali della colmata di Bagnoli sono rifiuti, debbono essere gestiti come tali e non possono essere portati a Piombino se superano i valori della tabella 1 (ridotti del 10% per precauzione) del vecchio decreto. Invece per i fanghi del dragaggio di Bagnoli e successivi arrivi da altre parti d'Italia, quelli potranno essere regolamentati dal nuovo decreto, quindi a Piombino potranno arrivare tutte le schifezze possibili. I lati oscuri di questa sciagurata operazione cominciano a venir fuori anche a livello nazionale e il comitato No fanghi continuerà a denunciare i gravi rischi dell'accordo ministeriale voluto a tutti i costi dalla Giunta comunale di Piombino.
Bagnoli Napoli