I fatti Il Rettore dell'Università La Sapienza di Roma invita il Papa a tenere la Lectio Magistralis in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico, non si sa se in qualità di Capo di Stato o di Capo Religioso. Alcuni Professori della stessa Università si dichiarano in profondo disaccordo con l'invito fatto al Pontefice a causa dell'ideologia religiosa restauratrice e neointegralista della quale lo stesso Pontefice è alfiere. Il Rettore riconosce in qualche modo fondate le ragioni dei professori e declassa la partecipazione del Papa da Lectio Magistralis a semplice discorso. Parte degli studenti della stessa Università contestano l'invito fatto al Pontefice e organizzano manifestazioni fra cui l'occupazione del rettorato e cortei che dovranno tenersi in occasione della visita. Il Papa, nonostante il Ministro Italiano dell'Interno garantisca la di lui sicurezza rinuncia alla partecipazione all'inaugurazione dell'anno accademico. Quasi tutta la rappresentanza politica italiana esprime solidarietà al Papa e sdegno per le prese di posizione di professori e studenti in disaccordo con la visita. Il capo Italiano dello Stato a sua volta esprime solidarietà al Pontefice. L'opinione Quanto meno inopportuno l'invito fatto dal Rettore dato il periodo di stridente contrasto fra il tentativo vaticano di definire ed imporre le linee guida dell'etica scientifica e l'insofferenza del mondo scientifico laico in relazione alle pretese della santa sede. Il diritto dei professori ad esprimere le loro idee è inalienabile quanto il diritto del Papa ad esprimere le sue. Il Papa esprime le sue tutti i giorni attraverso quasi tutti i media. Voglio credere che che anche ai prof sia consentito esprimere le loro. Il Rettore tenta di ridurre la frittata ormai fatta riducendo l'importanza dell'intervento dell'illustre ospite. La manovra non riesce anche perché parte degli studenti, trovandosi fra le mani un affaire così appetitoso, non se lo lasciano scappare e con la consueta esuberanza inventano fantasiosi sistemi di protesta fra cui l'assedio sonoro e la frocessione. Il papa declina l'invito. Come capo di stato si tratta di una scortesia verso uno stato estero, lasciando trasparire il timore che lo stesso stato estero non sia in grado di garantire la sua sicurezza. Come capo religioso la rinuncia è più comprensibile in quanto la religione non ammette contestazioni o opinioni differenti da quella che considera la verità rivelata. Ridicola la solidarietà espressa dalla casta politica con pochissime eccezioni. Nessuno ha cacciato il Papa, caro Don Giuseppe. Non è venuto lui. Si ha l'impressione che il nostro parlamento sia in mano alle guardie svizzere piuttosto che ai custodi del Paese. Forse ancora peggiore l'atteggiamento del nostro capo dello stato. Il Presidente Napolitano questa volta ha perso una ottima occasione per tacere. beppe contin Bravo beppe manzoniano " .. di mille voci al seguito, mista la sua non ha .." con questa proliferazione di araldi della fede parvenu, neo diaconi d'accatto, laici così laici rispetto alla laicità da diventare cherchi (assessore lasci perdere) con una classe politica disposta a sopportare le continue ingerenze degli zittelloni in gonnella negli affari di uno stato .... ahhhhh sei una ventata d'aria fresca!
ratzinger papa