Torna indietro

Controcopertina: Con l’amaro in bocca sulla vicenda Moby

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 19 gennaio 2008

Rimane in bocca un forte sapore di amaro per la brutalità dei commenti, per i toni sopra le righe, per i giudizi ingiusti e sprezzanti che emanano con tanfo insopportabile dalla vicenda Moby. Certo, ognuno tira il carretto nella direzione voluta ed ognuno degli interlocutori pretende di rappresentare, quasi un novello Messia, la verità, che, come quasi sempre capita, sta probabilmente nel mezzo. E’ difficile non convenire con l’analisi, forse sbrigativa ma non per questo meno vera, di Antonio Fulvi, uno al quale, sulle vicende marittime non puoi raccontare che…Cristo sia morto dal sonno. E’ più che probabile che dietro alle dichiarazioni di principio ci sia l’assetto Societario del Gruppo e la richiesta di razionalizzare…a prescindere da altre intese o convenienze. Non è pensar male ritenere che le inflessibili regole bancarie abbiano preso il sopravvento sui legami affettivi che certamente si saranno pur radicati in tanti anni di convivenza e di comune impegno.. Si impone dunque un giudizio più bilanciato che guardi anche al futuro. Da questo punto di vista la improvvida intervista del Sig. Parente non serve a nessuno. Ed è inoltre basata su una ricostruzione storica parziale e non veritiera. Sarà anche che l’Elba non si sia “strutturalmente adeguata” e che rimanga in piedi l’equivoca situazione Toremar ( da me ripetutamente denunciata non per il servizio reso o per la professionalità degli equipaggi e delle strutture di contorno ma per la mancata volontà della Regione Toscana di por mano al problema, e comunque riconducibile alle pecche del carrozzone Tirrenia), ma non mi risulta che, anche nella evoluzione storica da Navarma a Moby Lines, quel Gruppo Armatoriale abbia preso i voti monacali e si sia trasformato in una Società di assistenza e beneficenza. La verità –sempre quella che sta nel mezzo- è più semplice: le cose sono andate avanti nella reciproca convenienza, quella della Moby di fare utile, quella dell’Elba di aver un servizio all’altezza delle crescenti esigenze del turismo. Perché scandalizzarsi ma anche perché improvvisamente accusare e sostenere che alle spalle ci sia un cimitero di carenze e di lacune? Sfuggono, ad esempio, al Sig. Parente (o chi per Lui) gli ingenti investimenti di mano pubblica che, anche con i mio aiuto e sostegno, hanno consentito di adeguare le strutture portuali di Portoferraio (e parzialmente anche di Piombino) alle segnalate crescenti esigenze, ed il positivo ruolo della Autorità Portuale di Piombino (di nuovo una mia “creatura”) al riguardo. Perché? Spesso non sono stato tenero che Amministratori ed Operatori elbani, ed anch’io perso che si sarebbe potuto fare e si potrebbe ancora fare di più (mio figlio è stato con la famiglia ad Ischia per Natale profittando di una offerta di 250 euro per persona in albergo di quarta categoria ed in generale le strutture alberghiere di quell’isola hanno fatto registrare per le vacanze natalizie e di fine anno il tutto esaurito) ma è davvero giusto menar di piccone in modo così indiscriminato e pesante su un territorio spesso sfruttato senza scrupoli? Ed è davvero marginale la prospettiva di un centinaio di dipendenti (e delle loro famiglie) senza lavoro? Sulla intera vicenda –tuttavia- incombre come l’ombra di Banko un interlocutore silente ed assente. Certo è lodabile l’iniziativa di Giorgio Kutufà (meno certe sue dichiarazioni stizzose) ma a me pare che una forte e determinata in iniziativa, doveva essere presa non dalla Provincia di Livorno,ma dalla Regione Toscana, alla quale nel giro di due mesi (vicenda Tirrenia e vicenda Moby) è stata offerta l’opportunità di prendere in mano la matassa, imporsi - lo sta facendo la Sardegna - come Soggetto Concedente dei servizi marittimi regionali, nell’ambito di un corretto e coerente quadro di federalismo concreto e non di chiacchiere. La Regione Toscana non solo ha il diritto, ma ha anche il dovere di ridisegnare nel complesso i servizi marittimi regionali, adeguarli alle esigenze dell’oggi e del domani, attivare una vera pluralità di interlocutori, superare un duopolio di comodo ingessato e rigido…e conveniente. Perché non lo fa?


lucchesi nuova piccola

lucchesi nuova piccola