Torna indietro

Sciopero o serrata siamo comunque al Moby contro tutti

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 13 gennaio 2008

La reazione a caldo del Presidente dell'Associazione Albergatori (per quanto si legge su TEnews) sembra impostata tutta nello stupore nel registrare un attacco diretto dei lavoratori minacciati di trasferimento che intervengono in una polemica (peraltro non iniziata dagli Albergatori) correndo in soccorso della loro dirigenza. Uno stupore che sarebbe anche lecito se ci trovassimo in una situazione normale dove i padroni fanno i padroni, i dipendenti fanno i dipendenti, il contesto è il contesto. Ma in questa situazione di chiaro, di normale, di logico non c'è nulla; siamo ben oltre la preghiera mattutina per le sorti dell'azienda a cui si sottopongono gli operai giapponesi, siamo ben oltre il canovaccio di una populista sceneggiata partenopea, e anche oltre il teatro dell'assurdo. Quello che è ormai in atto è un "Moby contro tutti", laddove per Moby si deve intendere un soggetto unico in cui chi ci sta dentro accetta di subordinare i suoi bisogni, la sua specificità di lavoratore, di cittadino al sommo "bene aziendale". Antonini aveva sostenuto quattro punti: - che Moby ha fatto le sue fortune economiche sulle rotte del canale (non è forse vero?); - che Moby è usa ricorrere al mercato dell'usato (sarà pure usato sicuro, ma non è forse vero?); - che i prezzi per una trasferta all'Elba gravati dai trasporti marittimi sono proibitivi (non è forse vero?); - che c'è un deficit di concorrenza sulle rotte del canale (i vettori Toremar forse fanno una agguerrita concorrenza alla Moby?) Cosa c'era di scandaloso in tutto ciò, cosa di lesivo degli interessi della cittadinanza, e soprattutto dei lavoratori Moby in quanto tali da proclamare uno sciopero ed a oltranza? Occorre, per capirci qualcosa, per rimettere le tessere di questo puzzle scombicchierato al posto loro, partire dal corretta valore delle parole, dei termini che si sta usando, a nostro parere, in maniera in maniera del tutto impropria. Si deve parlare di SCIOPERO quando la sospensione di un'attività lavorativa è dettata e proclamata dai lavoratori in difesa dei loro interessi (di norma contro le pretese aziendali), si chiama SERRATA quando sono gli interessi padronali (di norma contro le richieste dei lavoratori) che determinano il blocco delle attività. Che diavolo è quello che viene proclamato (da chi?) a partire da lunedì: uno sciopero o una impropria serrata per conto terzi? Ci pare inoltre che quanto si minaccia di mettere in atto, non solo palesi la totale mancanza, per chi lo ha promosso, di cultura sindacale, ma probabilmente anche di supporto giuridico. Se abbiamo capito bene quanto ci siamo presi la pena di andare a leggere, le leggi della Repubblica Italiana (sostanzialmente L. 146 1990 e atti derivati) non consentono nel campo dei servizi di trasporto pubblico l'effettuazione di scioperi senza un congruo preventivo avviso di inizio e chiusura della astensione dal lavoro, quindi non sarebbe comunque consentito uno sciopero proclamato per due giorni dopo e per giunta "ad oltranza". Comprendiamo che i lavoratori della Moby abbiamo scarsa dimestichezza con le astensioni dal lavoro (non ce ne ricordiamo una di loro), ma la risposta al preteso "vulnus antoniniano" è assolutamente spropositata, incomprensibile. Né crediamo che lasci dubbi la lettura di un articolo della stessa legge 146/90 (il terzo, non a caso specificamente dedicato al trasporto per le isole) che nega comunque la possibilità di astensioni "totali". Concludiamo in piena franchezza forse andandoci a cercare la preventivabile reprimenda (Antonini è al debutto ma per chi scrive non sarebbe la prima) da parte della "nebulosa Moby" (in cui non si capisce mai se a parlare è il principe o se parla l'araldo). Terminiamo con un messaggio agli scioperanti: cari lavoratori della Moby, non sappiamo se lo avete capito, ma siete a bordo di un treno che marcia a tutto vapore verso una montagna, o se preferite su un vascello in rotta verso le secche. Non vi isolate dall'Isola in cui vivete, non mordete le mani che vi vengono tese, non rispondete con gli (pseudo) argomenti del padrone a chi per prima cosa vuole difendere i vostri interessi (che non necessariamente coincidono con quelli del padrone), non minacciate per conto terzi la comunità di cui fate parte. Ve ne saremmo grati in molti.


palazzo uffici moby

palazzo uffici moby