Finalmente! Le notizie di questi giorni fanno sicuramente piacere anche se lasciano l’amaro in bocca: fermo del peschereccio spagnolo a Montecristo e sequestri di imbarcazioni con pesce a Pianosa nel controllo per affermare la legalità sul mare e nei fondali. Non bastano le leggi e i normali controlli per tutelare il mare e le isole dell’arcipelago toscano, con particolare riferimento a Pianosa e Montecristo. E’ necessario che lo Stato applichi mezzi e metodi adeguati per la difesa del mare salvaguardando quelle imbarcazioni e quei mezzi che sono idonei a navigare e a pescare nel mare tutelato. Si migliorano i risultati nella lotta contro l’illegalità sui mari solo se l’impegno dello Stato è serio e continuativo, con risorse in uomini e mezzi adeguati come pure con programmi di controllo con intervento tempestivi ed efficienti. Il miglioramento viene consolidato colpendo le illegalità persistenti con denunce, sequestri e ritiro delle licenze per lunghi periodi. Grazie all’impegno della Capitaneria di Porto di Portoferraio nelle ultime settimane si sono ottenuti grandi successi approvati dai pescatori, dai cittadini elbani, dagli amici di Monte cristo e dagli amanti di Pianosa. In questi giorni, parlando sul porto come pure nelle piazze e nei bar si nota soddisfazione sulle facce della gente, anche se ci sono costernazione e disapprovazione per il coinvolgimento di qualche pescatore elbano. Purtroppo la vita del mare è molto dura e il lavoro delle piccole barche da pesca professionali, in particolare, non permette grandi guadagni, anzi, spesso si chiude l’annata senza poter coprire neanche le spese e quindi si vende la barca e si annuncia il fallimento aziendale. Conseguentemente qualche pescatore, in preda alla disperazione, per superare le difficoltà economiche prende saltuariamente la via della pesca di frodo. Questo è umano ma non accettabile. La soluzione, per lo Stato e per i pescatori, sta nell’affrontare i vari problemi socio-economici della pesca con serietà e con progetti mirati mettendo particolare attenzione alle richieste dei pescatori. Specificatamente per gli aspetti tecnico-operativi vanno definite talune aree attorno a Pianosa e Montecristo tutelate ciclicamente o alternativamente, in modo da permettere la pesca per un certo periodo (3 anni) e la protezione per altri anni. Lo Stato deve impegnarsi venendo in aiuto della pesca, anche con una migliore regolamentazione delle tutela di zone di mare e con una maggiore apertura verso le esigenze economiche dei pescatori. Non deve più attendere e quindi agire efficientemente prima che la pesca professionale all’Elba abbia termine. Non va perso questo grande patrimonio economico, professionale e culturale. Indubbiamente le leggi devono essere rispettate ed è necessario colpire duramente e in modo progressivo, chi opera contro la legge. I pescatori desiderano essere aiutati contro la burocrazia imperante e facilitati nella loro attività, senza vessazioni in caso di semplici e banali criticità. Sicuramente si sentono soddisfatti allorché la Capitaneria di Porto interviene duramente contro i pescatori di frodo… ma questo non è sufficiente. A Montecristo e a Pianosa, come anche in tutto l’ambiente sotto la tutela del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, si applichi lo sviluppo sostenibile valorizzando soprattutto l’uomo e le sue comunità.
Pianosa Montecristo