L’emergenza rifiuti in Campania e i fanghi di Bagnoli a Piombino sono due facce della stessa medaglia. Il sindaco Anselmi del resto non ha mai voluto che si parlasse di rifiuti (li chiamava eufemisticamente “materiali”) mentre il presidente della Regione Martini lo ammette esplicitamente, dichiarando che “la Toscana la sua parte la sta già facendo, accogliendo i rifiuti speciali di Bagnoli a Piombino”. Una domanda sorge spontanea: chi è il bugiardo? Ci sono dunque analogie tra l'emergenza rifiuti urbani di Napoli e quella dei rifiuti speciali di Bagnoli che hanno deciso di portare a Piombino. Sono analogie e commistioni tali da rendere il quadro ancora più preoccupante. La 1^ analogia è lessicale: entrambi vengono definite “emergenze”. Perché? In realtà sono due situazioni che non nascono affatto in modo improvviso o inaspettato, come può essere per un’alluvione, un terremoto o altre calamità; sono situazioni che vengono da lontano (15 anni) e che sono frutto di una cattiva gestione della cosa pubblica. Non solo erano largamente previste, ma avrebbero potuto essere risolte con una gestione ordinaria ed oculata da parte degli enti locali e dello Stato, senza arrivare a stati di emergenza nazionale e sperpero di denaro pubblico. La 2^ analogia è ambientale: secondo le buone regole di politica ambientale ambedue i casi dovevano essere risolti all'interno del territorio regionale, così come avviene in tutti i paesi moderni con minori rischi e minor dispendio di denaro pubblico. La 3^ analogia riguarda la democrazia: si tenta di risolvere entrambi i casi (la "monnezza” di Napoli e la venefica colmata di Bagnoli) con procedure di emergenza. Come è noto si tratta di procedure che modificano competenze, poteri ed equilibri tra gli organi dello Stato, con grave e inevitabile alterazione delle regole democratiche, della trasparenza, della legalità, della partecipazione e della concorrenza. Infatti le conseguenti soluzioni già adottate o che saranno adottate passano sulla testa dei cittadini e dei territori. La 4° analogia è economica: in tutti e due i casi c’è qualcuno che ci guadagna, legittimamente o meno e che fa profitti in barba alla salute dei cittadini e dell’ambiente. La 5°analogia è morale: nessuno paga per la responsabilità di aver prodotto tali situazioni cosiddette di emergenza, ma che in realtà sono risultato in primo luogo della cattiva politica, dell’inconcludenza e a volte del malaffare. Queste considerazioni riguardano Napoli, riguardano Bagnoli e riguardano anche Piombino, dove nessuno si è posto in tempo il problema dello smaltimento dei rifiuti industriali delle acciaierie e delle bonifiche delle aree industriali. In tutti i casi si spostano i rifiuti anziché bonificare davvero e ciò dimostra l'incapacità di sindaci, presidenti di regione, amministratori pubblici e privati a gestire la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti di Bagnoli o di Piombino. Una domanda è lecita: chi guadagna dallo spostamento dei rifiuti?
Bagnoli Napoli