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L' inaspettato stormo di Gru dell'Isola d'Elba

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 08 gennaio 2008

L'Isola d'Elba sta diventando sempre più un crocevia per avvistare specie di avifauna che solitamente si trovavano ad altre latitudini o che frequentavano molto rararamente l'Arcipelago Toscano. Ad attirarle sembrano proprio le piccole e residuali zone umide rimaste, sembra proprio il caso dell'eccezionale avvistamento fatto nella mattina del 5 gennaio da Ornella Casnati del direttivo di Legambiente Arcipelago Toscano che nel cielo dell'area umida delle Prade-Schiopparello, un Sito di Importanza Regionale, individuato dalla provincia di Livorno come futura oasi faunistica rimasta sulla carta. Un'area umida costiera che sorge proprio davanti al trafficato porto di Portoferraio dove Ornella ha avuto un gradito e insperato incontro con uno stormo di gru: nove bellissimi esemplari che dopo aver compiuto numerose evoluzioni acrobatiche, hanno virato tutti insieme verso il Volterraio. «Già da alcuni giorni avevo notato la presenza di uno strano e grande uccello tra le canne della zona – spiega Ornella Casnati - ma il tempo inclemente e l'impossibilità di approfondire la ricerca non avevano permesso di individuarne la specie». Nidificanti nell'Europa settentrionale, le gru svernano soprattutto nella penisola iberica e nei Paesi dell'Africa occidentale e percorrono la rotta principale di Gibilterra durante la migrazione, sostando nella nostra penisola durante il lungo viaggio. Origine e consistenza delle popolazioni italiane. Secondo l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica «Il nostro Paese è raggiunto essenzialmente dalle Gru che si dirigono in Algeria e Tunisia, ove si stima vi sia una popolazione svernante di alcune migliaia di individui» In Italia svernano regolarmente poche decine di individu, anchei in alcune aree della Toscana, zone umide lungo la fascia costiera tra l'Arno e l'Ombrone. Secondo la Casnati «E' ipotizzabile che questi nove esemplari abbiano trovato rifugio nella laguna formata dalle recenti piogge tra il canneto dell'area umida». La gru (Grus grus), famiglia dei Rallidae, è inserita nell'Allegato 1 della Direttiva 79/409/CEE che concerne la protezione degli uccelli selvatici. «Si tratta di un grande uccello che raggiunge anche i 150 cm, con zampe molto lunghe e collo slanciato di colore grigio con testa bianca e nera e una macchia rossa sulla sommità. In volo si riconosce per il portamento del collo, che tiene proteso in avanti e soprattutto dal suono che emette simile a quello di " una trombetta con la sordina inserita"» dice Angelo Meschini, moderatore del sito naturamediterraneo.com, che ringraziamo per la rapidissima determinazione. SCHEDA Sistematica Ordine: Gruiformi (Gruiformes) Famiglia: Gruidi (Gruidae) Sottofamiglia: Gruini (Gruinae) Sottospecie italiana: - Grus grus grus (Linnaeus, 1758) Geonemia Specie euroasiatica, si riproduce nell'Europa centro-settentrionale dalla Germania e dalla Norvegia fino agli Urali; in Turchia è presente una piccola popolazione sedentaria. In Georgia, in Armenia e nella Russia asiatica nidifica G. g. lilfordi. La sottospecie nominale migra attraverso l'Europa seguendo due direttrici principali, la prima delle quali conduce soggetti nati principalmente in Scandinavia a svernare nella Penisola Iberica e, in parte, anche in Marocco; la seconda rotta porta individui di origine più orientale verso la Polonia, la Slovacchia, la penisola balcanica fino a raggiungere il Mediterraneo orientale ed il vicino Oriente. Una parte delle Gru che migra seguendo questa direttrice orientale attraversa la Jugoslavia ed il Mar Adriatico diretta verso il Sud Italia, la Sicilia ed il Nord Africa. Fenologia stagionale Specie migratrice e svernante, la Gru abbandona i propri quartieri riproduttivi già in luglio, anche se veri e propri flussi migratori in nord Europa si osservano solo a partire da settembre. La regione mediterranea viene interessata dal massimo passaggio autunnale nel corso della seconda metà di ottobre, mentre durante la primavera i movimenti migratori si concentrano nel mese di marzo. I quartieri di nidificazione vengono raggiunti in aprile e la riproduzione in genere comincia all'inizio di maggio. Habitat Al di fuori del periodo riproduttivo, la Gru mostra una spiccata predilezione per ambienti aperti, sia parzialmente allagati, sia asciutti. Frequenta soprattutto pascoli, aree agricole, banchi di fango o di sabbia lungo le rive di fiumi e laghi. In Italia sverna in corrispondenza di ampie paludi circondate da prati e terreni coltivati e poste all'interno di vaste aree protette; sono noti regolari spostamenti di alcuni chilometri tra le zone di foraggiamento e le aree di riposo. Conservazione La Gru in Europa è caratterizzata da uno status di conservazione sfavorevole (SPEC 3: vulnerabile). Già a partire dal Medio Evo è andata incontro ad un marcato declino, subendo una forte contrazione di areale. Estinta negli ultimi 100 anni in gran parte dell'Europa occidentale e meridionale, in Italia ha nidificato con certezza fino al 1909 nel Veneto. Cause di questo declino sono da ricercarsi nella bonifica degli habitat di nidificazione e nella caccia. Dagli anni '60 del XX secolo i contingenti nidificanti e svernanti in Europa hanno mostrato incoraggianti segnali di ripresa, ma lo stato di conservazione della popolazione russa, che rappresenta una larga frazione della popolazione complessiva, non appare soddisfacente. Le principali cause di mortalità nelle aree di svernamento sono rappresentate dal bracconaggio e dalla collisione con linee elettriche. In Italia il disturbo arrecato dall'attività venatoria sembra rappresentare un importante fattore di limitazione per il regolare svernamento di questa specie.


Gru in volo  1

Gru in volo 1

Gru in volo  2

Gru in volo 2

gru in volo 3

gru in volo 3

gru disegno

gru disegno