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Controcopertina: Paolo ed i piloni del cavo dell'alta tensione ideale

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 03 gennaio 2008

Sono il soggetto di "come ti tratto il turista" del 08/9/07. Non tutto il male viene per nuocere, infatti da quell'episodio tutti i giorni ho il modo di apprezzare la vostra testata della quale mi complimento con la redazione. L'Elba deve esservi riconoscente. Ho appena letto l' articolo per la scomparsa del Vostro concittadino Paolo Locatelli, Socialista. Vi confesso che mi sono emozionato. Uomini come Locatelli ne ho conosciuti anch'io, ma purtroppo non ne sono più rinati. Nel vedere la foto che avete felicemente scelto ed il simbolo che affianca il toccante ricordo di Stefano Bramanti l'emozione si è trasformata in malinconia. La consapevolezza che figure di quello spessore e valore non esistono più nella vita politica italiana mi inducono ad essere pessimista sul futuro del nostro Paese. Vi ringrazio per avermi dato la possibilità di emozionarmi e ricordare un passato personale, forse, senza più futuro. Cordiali saluti ed auguri. Ugo Nori - Bologna Carissimo Signor Nori Inizio col formularle a nome della redazione i ringraziamenti per la considerazione del lavoro di chi fa questo giornale perché gli apprezzamenti scaldano sempre il cuore, ma proseguo dicendo che comunque della "gratitudine degli elbani" non me ne attendo più di tanta; primo perché particolarmente da queste parti nessuno è profeta in patria, secondo perché ovunque chi sceglie di rinnovare (che significa uscire frequentemente dai consolidati schemi) deve mettere nel conto di essere compreso a posteriori (se va bene) o non considerato affatto, terzo perchè, parafrasando qualcuno che faceva cose molto più importanti, mi sono sempre domandato cosa facevo io per quest'Isola prima di domandarmi che cosa faceva l'Isola per me. Ora con una spericolata liason fra quanto sopra e quello che penso per quel che riguarda il futuro vorrei dirle che non sono affatto d'accordo con lo scenario che prefigura. Provo a spiegarmi: personalmente ritengo che l'ultima generazione che ha compiuto una rivoluzione determinando un mutamento profondo dei costumi e del pensiero sia la nostra (io e lei siamo coetanei) e non tanto per il 68 in sé ma per gli anni che lo hanno preceduto per la rivoluzione sessuale, per la messa in discussione dei modelli patriarcali, detto così può sembrare una bestemmia ma credo che il "pensiero" dei Rolling Stones e quello di Bob Dylan sopraviveranno a quello di Mao Tze Dong, figuriamoci cosa resterà delle seghe mentali di quei degni figli della borghesia italiana che arringavano i nostri venti anni, caro Nori, e pretendevano di essere la coscienza rivoluzionaria di chi si spaccava la schiena e il fondo schiena alla catena, in miniera o per ricordarle qualcosa che magari ha pure sentito poiché bolognese (".. da Becucci (dove) fan gli astucci - con la pelle di uperer - dag mo dentar su laura - che a 'm tel dag - tarsenta l'ura"), e che in massima parte ritroviamo oggi col fondo schiena protetto e riscaldato dei partiti-barzelletta inventati da un Peron liofilizzato e mal reidratato in salsa lombarda. Io credo fermamente in un'altra "rivoluzione culturale" che sarà attuata dalla generazione che sta crescendo. Più o meno dieci anni fa mi ritrovai a scrivere, pensi un po' in un progetto di un corso di formazione, che la diffusione della rete che allora era vista come un posto virtuale dove si andava a far cazzate come chattare e poco più, avrebbe determinato "un processo di rialfabetizzazione forzata", oggi è un dato assodato: telefonini e messaggistica sul web stanno diffondendo di nuovo la cultura della parola scritta, gli adolescenti di oggi sono globalmente meno ignoranti di quelli di venti anni fa. Che c'entra si chiederà, tutto ciò con le persone come Paolo con l'esemplarità di una vita, con lo spirito di servizio, con l'altruismo ed il disinteresse? C'entra Nori, perchè veda, non ci sono comportamenti virtuosi che incidano concretamente sul sociale senza quella che Berlinguer (citando Gramsci) definiva "tensione ideale". E come quella elettrica la tensione ideale corre su un cavo da una generazione ad un altra, ma ha bisogno di appoggiarsi di tanto in tanto a supporti alti su piloni che la rilancino per superare la successiva depressione, piloni costituiti da momenti di elaborazione alta e diffusa: la Resistenza, La ricostruzione e crescita del movimento sindacale, la rivoluzione culturale degli anni 60, la critica dei regimi antidemocratici di qualsiasi segno, la presa di coscienza ambientale, il sentire planetario ed il pacifismo, sono quelli che mi pare di vedere come alzati, consolidati o in via di consolidamento e ora la rivoluzione informatica, come formidabile motore di diffusione della informazione e della cultura, ergo della democrazia, che si sta issando. E se tra un pilone e l'altro troviamo delle mezzeseghe politiche, delle generazioni in confusione, dei regressi "c'est la vie" o meglio "c'est l'histoire". L'importante è che il cavo dell'alta tensione ideale continui a correre, che gente come Paolo e tanti altri colleghino le generazioni. Io sono ottimista, e la ringrazio per il suo pessimismo critico col quale posso confrontarmi.


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