“Invito ogni uomo ed ogni donna a prendere più lucida consapevolezza della comune appartenenza all'unica famiglia umana e ad impegnarsi perché la convivenza sulla terra rispecchi sempre di più questa convinzione da cui dipende l'instaurazione di una pace vera e duratura. Imploro poi i credenti ad implorare da Dio senza stancarsi il grande dono della pace”. Così Benedetto XVI chiude il messaggio per la Giornata della pace che si celebra il 1 gennaio 2008. Un messaggio che si colloca sulla scia dei precedenti (ogni anno dal 1968, quando Paolo VI avviò l'iniziativa), attento alle argomentazioni della fede e della ragione, e perciò capace di rivolgersi certamente ai cattolici (come ogni intervento ecclesiale) ma nello stesso tempo ad ogni uomo e donna. Il tema scelto per quest'anno è “Famiglia umana, comunità di pace”. In un costante rimando fra l'esperienza della famiglia e quella dell'umanità, il papa affronta temi come l'ambiente, l'economia, la legge morale, i conflitti e il disarmo. Non ci sono (non ci possono essere) novità rispetto al magistero ecclesiale in tema di pace, dopo la posa delle fondamenta rappresentate dalla “Pacem in terris” di Giovanni XXIII e dalla “Gaudium et spes” del Concilio Vaticano II. Ci sono particolari sottolineature a partire dall'esperienza della famiglia, “luogo primario dell'umanizzazione della persona e della società”, “prima e insostituibile educatrice alla pace” (lo stesso “lessico familiare è un lessico di pace”). L'umanità , famiglia umana, “vive in quella casa comune che è la terra”. Questa comune appartenenza richiede “cura dell'ambiente: esso è stato affidato all'uomo, perché lo custodisca e lo coltivi con libertà responsabile, avendo sempre come criterio orientatore il bene di tutti”. Di fronte alle ingiustizie e alle disuguaglianze planetarie, Benedetto XVI ricorda uno dei cardini della dottrina sociale della Chiesa: l'impegno imprescindibile per una saggia utilizzazione delle risorse e per un'equa distribuzione della ricchezza. Un richiamo importante nel solco della difesa e promozione della vita umana ad ogni livello. Circa l'ordinamento giuridico viene evidenziato come “la crescita giuridica nel mondo dipende, tra l'altro, dall'impegno di sostanziare sempre le norme internazionali di contenuto profondamente umano, così da evitare il loro ridursi a procedure facilmente aggirabili per motivi egoistici o ideologici”. Un tema importante che sfiora il dibattito sul rapporto fra norma morale e norma giuridica. Infine, l'appello per “un'efficace smilitarizzazione”, soprattutto nel campo delle armi nucleari, proprio nel momento in cui si assiste all'aumento di Stati coinvolti nella corsa degli armamenti. Una realtà che riguarda anche i Paesi in via di sviluppo, con grave responsabilità delle oligarchie dominanti. Ma grosse responsabilità sono anche dei Paesi industrialmente sviluppati “che traggono lauti guadagni dalla vendita di armi”. E sulla proliferazione nucleare, scrive il pontefice, “sento il dovere di esortare le Autorità a riprendere con più ferma determinazione le trattative in vista dello smantellamento progressivo e concordato delle armi nucleari esistenti”. Temi importanti che riguardano il presente e il futuro della nostra casa comune, il pianeta, e della convivenza nella famiglia umana. Svolte positive possono esserci a condizione che si diffonda e approfondisca la consapevolezza di tale comune appartenenza e si rafforzi il dialogo e la collaborazione solidale e responsabile. E forse le “ombre cupe sul futuro” (come non avvertirle anche alla luce dell'assassinio di Benazir Bhutto in Pakistan e dei continui e diffusi tentativi di frenare la democrazia ed opprimere la libertà) potrebbero dissolversi.
colomba della pace