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Non ci resta che piovere

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 25 giugno 2003

Augurarsi che il bel tempo di una stagione estiva piena di promesse come quella appena iniziata abbia da finire quanto prima per dar posto a frequenti ed intense piogge sembra una cosa paradossale per i danni che il cattivo tempo provocherebbe ad una area a preminente destinazione turistica come l’Isola d’Elba. Invece non lo è se si riflette sulle conseguenze che il protrarsi delle belle giornate avrebbe nei confronti di un servizio essenziale com’è il rifornimento idrico dell’Isola. Il quadro, totalmente immaginario ma non improbabile, che ne conseguirebbe è il seguente. Siamo nel bel mezzo della stagione con il pieno di turisti favorito dal bel tempo. La falda idrica sotterranea dell’Elba e della Val di Cornia che alimenta la rete idrica, per la perdurante siccità, si è abbassata di qualche decina di metri provocando immissione di acqua salmastra e il fuori servizio di molti pozzi.. L’Ente gestore del servizio idrico, a causa della diminuita disponibilità d’acqua potabile, ha dovuto adottare l’unico provvedimento possibile, il razionamento turnario cioè la chiusura e riapertura dell’acqua via per via a ore prefissate. La rete di condotte stradali, come noto costituita da tubi colabrodo che, quando sono in normale servizio, disperdono nel terreno il 40% del contenuto, durante il loro svuotamento hanno aspirato dall’esterno insetti, acqua di fogna o altre sostanze dannose sempre presenti nelle aree attraversate. Ne è derivato l’inquinamento di ampie parti della rete cittadina e l’ordinanza di divieto di utilizzazione dell’acquedotto a scopi potabili. Il funzionamento alterno degli impianti di distribuzione dell’acqua con i continui sbalzi di pressione ha causato numerosi guasti nelle condotte con conseguenti ulteriori disservizi nel rifornimento, disservizi gravissimi quando interessano la condotta sottomarina che collega l’Isola con la terraferma. Dal CIGRI, l’Ente cui è affidata la gestione degli impianti idrici della Val di Cornia, arriva la notizia che la percentuale di boro presente nella poca acqua distribuita ha raggiunto livelli inaccettabili. Mi si potrà ora obbiettare che il quadro disegnato è troppo pessimistico e quindi non reale. Rispondo subito che non è affatto necessario che tutte le disavventure elencate abbiano a verificarsi: ne sarà sufficiente una sola di esse, nella realtà non improbabile, perché la stagione sia gravemente compromessa. La salvezza, in definitiva, può far affidamento solo nelle bizze della meteorologia e solo la pioggia, a questo punto, potrebbe porvi rimedio. Ben diversa sarebbe la situazione attuale se fosse già stato costruito tutto o in parte il grande serbatoio sotterraneo che il sottoscritto va proponendo da tempo. Le abbondanti piogge cadute negli ultimi tempi lo avrebbero riempito totalmente di ottima e fresca acqua che ora sarebbe pronta ad arrivare per caduta direttamente nei vari centri urbani liberando l’intera Isola d’Elba da tutti i pericoli descritti ( per il progetto del serbatoio/galleria vedi http://altratecnica.3000.it ).


Poggio fosso della nevera

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