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Si offre di aiutarlo a sbrigare faccende legali e gli "picciona" 17.000 euro

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 27 dicembre 2007

Riportiamo un fatto di cronaca piuttosto curioso di cui siamo venuti a conoscenza, con i necessari omissis (a partire dalle identità dei coinvolti) avendo preso vivione solo della documentazione di una delle due parti. I fatti si svolgono più o meno così: il protagonista, un quarantaduenne campense ha una controversia legale e si affida ad uno studio piombinese, si celebra il processo che termina in maniera insoddisfacente per il nostro che non solo perde le cause intentate ma si ritrova da pagare delle parcelle ai CTU nominati c he riteneva eccessivamente alte. Se ne lamenta con un "amico" un sessantenne portoferraiese al quale è legato anche da un altro tipo di rapporto, aderiscono alla stessa formazione politica. "Egli - scrive il nostro protagonista - illustrandomi le sue competenze e le sue conoscenze altolocate e le sue frequentazioni con importanti avvocati e commercialisti di roma e di alcune città della toscana, mi rappresentò che vi era la possibilità di non pagare quanto mi veniva richiesto ma di poter far condannare per danno tanto il legale quanto i CTU ... naturalmente rappresentandomi che vi sarebbero state spese soprattutto per compensare quei professionisti di sua conoscenza .." E qui comincia l'emungimento del malcapitato che per 40 (quaranta) volte dal maggio 2006 all'ottobre 2007 apriva il portafoglio vedendosi rilasciare una ricevuta cion su scritto "somme dovute per i professionisti di sua conoscenza" o "per interventi presso uffici pubblici" sommando in tutto la notevole cifra di 17.000 (diciassettemila) euro. Finché scocciatosi il protagonista non provvedeva alle verifiche sui nominativi di cui si millantava da parte dell'intermediario la conoscenza che risultavano sì quelli di professionisti realmente operativi, solo che non stavano operando per lui, da qui di querela ne partiva un'altra facile capire nei confronti di chi e per cosa. La saggezza detta cautela (specie quando si tratta di questioni di quattrini) nel fidarsi degli amici. Ancor di più ce ne vuole evidentemente con i compagni di partito.


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