Un'intervista sudata a Patti Smith, a caldo mentre ancora la gente sta uscendo dalla chiesa e la grande cantante americana ha appena terminato la sua performance. Ma un'intervista sudata anche perché strappata dopo aver slalomeggiato tra chi sta proteggendo il suo recupero dallo sforzo del concerto, dopo aver superato indenni l'ultima barriera del "tour manager" che monta una guardia mastina davanti alla porta della sacrestia. Passato il fatidico varco tutto è più semplice: la signora Smith risponde di buon grado alle domande che le vengono poste, e pare impossibile che un'artista abituata a platee vastissime, palcoscenici prestigiosi, interlocutori importanti, abbia "sentito" tanto il concerto in una chiesa radicata su uno scoglio, che si stupisca quasi dell'omaggio del sindaco prima della sua esibizione (sembra incredibile ma in America amministratori e politici si tengono ancora alla larga dal suo potenziale "sovversivo") Come ha scelto di venire all’Elba? Da tempo volevo fare un piccolo tour di concerti acustici nelle chiese. Concerti poco elettrificati, in cui potesse emergere la dimensione spirituale di raccoglimento. Mi hanno sottoposto una lista con poche chiese. Scorrendo questa lista mi è caduto l’occhio sull’Elba. L’avevo studiata a scuola e mi sono detta: voglio assolutamente cantare all’Elba. Voglio andare lì. E così è stato. Che effetto le ha fatto l’isola dopo la visita di questa mattina. Quali impressioni? Ne sono rimasta affascinata. Mi è piaciuta l’atmosfera. Tutto. Il viaggio in traghetto, la vastità dei cieli stellati, l’acqua del mare, le viste sul paesaggio, la vegetazione, gli alberi. Mi ha interessato molto anche la cultura dell’isola. Ho visitato con grande attenzione i musei, le chiese, i luoghi di Napoleone. Sono rimasta colpita in particolare da un lettino da campo esposto alla villa dei Mulini. Magnifico. Ricordo anche la scultura raffigurante Minerva posta su di un piedistallo al centro del giardino della villa dei Mulini. In particolare mi ha colpito un dipinto di Santa Lucia e un piccolo frammento di stoffa antica conservati nella cappella dedicata alla Madonna di Loreto a Portoferraio. E’ strano come a volte si vada a visitare i luoghi inciampando in cose inaspettate, che ti toccano profondamente. Questo soggiorno è stato breve, ma voglio tornare. Lo farò sicuramente. Mi è piaciuta l’atmosfera di questo posto. Quando? Dopo Pasqua, ad Aprile, con un progetto nuovo. Quale? Ancora no so, ma troverò il modo di tornare, se ne avrò la possibilità, ora vedremo. Com’è andato il concerto di questa sera? Mi sono emozionata. Ho fatto anche diversi errori, il chitarrista aveva le mani congelate per il grande freddo, ma sono molto contenta. Sa, le candele, l’atmosfera positiva e la felicità che mi sono arrivati dal pubblico, la musica diffusa nello splendido ambiente della chiesa. Mi sono divertita. Dunque un tour religioso, quello che è iniziato con stasera? Non proprio, mi interessa la dimensione spirituale, l’approccio intimo e personale nella musica e le chiese sono ambienti di raccoglimento, perfetti anche per l’acustica. Quello che combatto è il dogma. Sono contro ogni tipo di struttura rigida e dogmatica nella religione. Ci sono persone che hanno bisogno di questo, quello che cerco io è una dimensione privata, una personale relazione con Dio. Ogni tanto vado in chiesa e accendo una candela pensando a mio marito e alle persone care che ho perso. Tutto questo si riflette nella mia musica. Come continuerà il suo tour in Italia? Domani sarò a Prato, poi a fine tour mi concederò una serata alla Scala, per ascoltare un Tristano e Isotta. Adoro la lirica. Per me, come ci sono Bob Dylan e Jimi Hendrix, c’è la Callas. Claudia Lanzoni (NDR si può rivedere e riascoltare un frammento del memorabile concerto elbano così come lo hanno vissuto chi vi ha assistito: "Because the Night" su www.alessandrobeneforti.splinder.com)
patti smith autografi