Spettacolo tutto naturale quello che si è scatenato a Pomonte nel primo pomeriggio di lunedì 10 dicembre, intorno alle 15. Cielo, terra e mare ahanno concertato assieme per una rappresentazione della forza della natura scritta su una partitura di eventi atmosferici "estremi" affascinanti ed al tempo medesimo capaci di incutere se non paura almeno rispetto. Chicchi di grandine di diverse grandezze (i maggiori avevano il calibro delle noci) hanno ricoperto per qualche ora i campi,le strade perfino qualche tetto della frazione marcianese . Mentre piovevano sassi bianchi, in mare all’orizzonte in direzione sud appariva un vortice di aria e acqua (la cosiddetta "tromba marina" riprodotta nell'immagine a destra), un fenomemo di grandi dimensioni, che avanzava verso la costa sud-occidentale risucchiando acqua del mare con concentrata preoccupante energia, ma che poi ha lentamente sfilato a largo della costa per perdersi e "rompersi" lontano da terra. Nessun danno a cose o persone, nonostante qualche timore per le auto parcheggiate all'aperto e quindi bersagliate dalla grandine. I grossi chicchi che se fossero caduti in altro periodo dell'anno (ad esempio durante il ciclo colturale attivo delle vigne) sarebbero stati un autentica sciagura, non hanno provocato particolari danni all’agricoltura, in questa stagione della quiescenza agricola. E poi, in confronto alle devastazioni di mufloni e cinghiali, qualche minuto di grandine è stata quasi solletico, sulla crosta dura della granodiorite del massiccio del Capanne e sulla "pelle dura" della gente pomontinca abituata a superare ben altro.
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