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A Sciambere del Sole malato

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 09 dicembre 2007

Sorge un sole freddo e malaticcio su questa domenica 9 dicembre, una domenica con quattro operai in meno dell'ultima, non perchè posti in cassa integrazione ma perchè usciti dal ciclo produttivo in cassa funebre, mentre altri tre stanno ancora disperatamente lottando, non per il mantenimento di un posto di lavoro ormai perso già perso prima dell'incidente, ma per il mantenimento di un posto tra i vivi. Sono in sette che oltre a perdere la battaglia hanno comunque perso la guerra bruciati peggio che dal napalm, arsi più che dal fosforo, senza che a nessuno sia venuto di accogliere il feretro sul presentat-arm, che nessuno si sogni di chiamarli eroi, eppure ce ne voleva di coraggio a lavorare in una fabbrica decotta dove neppure gli estintori funzionavano e dove altri incidenti del genere erano già capitati. "E l'Italia giocava alle carte e parlava di calcio nei bar" e volano gli stracci del centrosinistra che governa, e volano gli stracci del centrodestra che sta all'opposizione, e Veltroni fa "la bella alla finestra/ la guarda in su e in giù/ aspetta il fidanzato/ al canto del cuccù" con lo spasimante di turno che è sempre lo stesso vecchio vanesio tappo imbellettato che, dopo essersi inchiappettato l'infallibile D'Alema, ai tempi della bicamerale, si prepara a dare una ripassata alla Disneyana Mozzarella e con gli stessi argomenti, con le leggi ad personam che si è fatto, intatte, con il conflitto dei suoi interessi irrisolto a suo favore. Per definire il resto dell'arengo politico "pani e pesci, pesci (in faccia NDR) e pani/ più son piccoli e più alzano le mani/ Isabella (o Mastella) di Castiglia/ per un franco (o un seggio) si concede a chi la piglia". Il quadro generale è poco altro: razzisti sdoganati che ringhiano a Nord-Est, il giallo che tiene banco è lo stesso, in attesa dello sgozzamento prossimo venturo da dare in pasto, attraverso l'officio del gran sacerdote, al voyeurismo di massa fagogitante indifferente dalla colite del finto "naufrago" (ne fosse affogato uno, mai una gioia) alla recisione della carotide in seconda serata e poi i preti che non si fanno i cazzi loro (e ne avrebbero ben d'onde, anche in senso stretto). "Viva l'Italia / presa a tradimento / l'italia massacrata / dai (tele)giornali e dal cemento". Sono solo canzonette, ma per raccontare le magnifiche sorti e progressive di questo paese, talvolta bastano. Il sole tisicuzzo si è alzato di poco su questa brutta domenica con quattro operai in meno. Speriamo, se non subito, sia presto sera.


sole rosso 3

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