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Un diverso report della riunione romana sulla AMP ed altro

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 30 novembre 2007

A Roma sulle Aree Marine Protette con il Ministero si sono tenute due riunioni diverse: la prima è quella che ci stanno raccontando gli amministratori reduci da tanta spedizione, la seconda è quella su cui ci hanno riferito fonti diverse e ministeriali. Le narrazioni non coincidono affatto. Partiamo dal paradosso iniziale: gli amministratori presenti fieramente ci dicono di aver costretto il ministero all’angolo “niente sacrifici (i vincoli per loro lo sono) senza benefici” una specie di partita di compensazione piombinese alla rovescia, gli illuminati amministratori elbani insomma ritengono un’azione di tutela equipollente all’assorbimento dei fanghi: un disvalore da compensare. La lettura delle nostre fonti è invece la seguente: gli amministratori elbani si sono presentati con una proposta che il ministero ha giudicato “peggiorativa rispetto a quella avanzata a luglio” di cui “si prendeva semplicemente atto” anche perché “in alcune parti era in palese conflitto con normative nazionali ed europee”. I “nostri” sono stati invitati a chiedere una proroga e riceveranno dal ministero una controproposta, che potrà essere fatta a ragione ancor ben veduta poiché ora si dispone anche dei dati dello studio ICRAM sulla fauna marina. Poi il ministero procederà e visto che al contrario degli elbani i gigliesi hanno presentato un progetto compatibile con le indicazioni ministeriali si andrà con ogni probabilità alla creazione di un’area marina protetta comprendente 6 isole (Giglio + Giannutri, Montecristo, Pianosa, Capraia e Gorgona che i vincoli li hanno già) a cui l’Elba “potrebbe aggiungersi in una fase successiva” (atteso che riesca a formulare una proposta decente). I magnifici risultati che si profilano sono quindi: che nell’organismo di gestione dell’AMP non ci saranno elbani o se ci saranno conteranno quanto il due di picche con briscola cuori, che gli incentivi prevedibili saranno devoluti intanto a chi ci sta (ed è un criterio logico, funziona così: si aiuta chi sinceramente la tutela dimostra di volerla, non chi ne fa mercatino), e che l’Elba sguarnita di aree protette, anzi “enclave” di non protezione costiera della Toscana sarà esposta alle scorrerie di coloro tra i pescatori che usano le tecniche più devastanti. Proprio una vittoria, non c’è che dire! Ha ragione quindi a gongolare Bosi, hanno ragione a gongolare quelli che l’Area Marina Protetta non la vogliono. Non vediamo quali ragioni dovrebbero avere per gongolare la Sinistra Democratica, Verdi, etc., quelli che dovrebbero particolarmente tenere la barra sui valori della conservazione ambientale, che a Roma c’erano e che avrebbero fatto bene ad astenersi dal sostenere la criptoproposta pateracchio mai discussa con la gente (a proposito anche di democrazia partecipata), a nome di noi tutti. E veniamo al collegato tiro al piccione vale a dire all’attacco a Fort Tozzi, fonte di tutti i mali del Parco, reo di aver condotto il PNAT allo sbando, soprattutto per non aver distribuito deleghe agli operosi isolani frementi dalla voglia di fare. Singolare teoria quando il capofila apparente di questa protesta è il Presidente della Comunità del Parco che si è distinta solo per la sua totale inerzia propositiva, D’Errico che continua in dispregio almeno dello spirito della legge a far parte del Direttivo del Parco e a Presiedere la C.d.P. Tozzi ha sbagliato di brutto, avesse ad esempio (del tutto teorico), affidato una serie di deleghe con relativi poterucoli da gestire, oggi avrebbe più amici,. non leggerebbe note di altri gongoli sul suo isolamento. Spesso egli usa ripetere che non è un politico per cui certe cose non le capisce, ma pure fosse un politico avrebbe delle giustificazioni alla non comprensione: questi non sono giochi politici, sono giochi di bussolotti.


ghiaie mare

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