Il politico è mobile qual piuma al vento, muta d’accento e di pensier, e va bene, ma qui si sta passando ogni limite quanto a mobilità, e nella nostra ormai lunga vita non abbiamo visto niente che potesse neppure lontanamente ricordare i serpigni contorcimenti e l’untuosa viscidità da anguilla del Cavaliere Come dire: certo la storia della politica è piena di svolte di riposizionamenti e di ripensamenti ma di solito si ripensa dopo aver ripensato; non è possibile mandare a letto i propri scudieri come fidi alleati di sua educata insipienza l’on. Fini e farli svegliare come acerrimi inimici del medesimo. Un po’ come uno si addormentasse cullato dalla sguardo di una dolce fanciulla che gli sussurra: “Dormi amor mio …” e si destasse ai berci di una megera che urla: “Alzati budello di tu ma’!”. Sì sono svegli e già al lavoro i vassalli, i valvassori e i valvassini ma sono molto confusi, specie quelli che passano per costituire il nerbo dell’intelligentia berlusconiana (solitamente ex-comunisti o socialisti come Bondi, Ferrara, Adornato, Cicchitto) i saltimbanchi stanchi delle precedenti piroette ideologiche, a cui il padrone del baraccone chiede un ulteriore sforzo, ancora una capriola ed op-la, si ritorna proporzionalisti, un salto mortale e si iscrivono al grande centro, una spaccata da affrittellarsi i coglioni e tra un po’ potranno pure tirare fuori dalla naftalina la teoria degli opposti estremismi.
Berlusconi maschera berluscaz