Firenze - Riformiamo le comunità montane rendendole più efficienti e valorizzando i territori della montagna, ma non cancelliamole stravolgendo l’intero sistema. È il pensiero della giunta regionale toscana, che chiede al Parlamento di intervenire sulla legge finanziaria. Se il testo fosse infatti approvato senza modifiche - gli articoli da riscrivere sono il 25 e 26 - delle venti comunità montane toscane solo quattro, dal primo gennaio, potrebbero infatti continuare ad esistere: Lunigiana, Garfagnana, Casentino e Amiata Grossetana. Tutte le altre, entro sei mesi, sarebbero destinate a scomparire, dalla Montagna pistoiese alla Valbisenzio, dalla Versilia alle Colline Metallifere, dall’Amiata d’Orcia al Mugello, dalla Montagna fiorentina al Pratomagno. Con le nuove regole che riguardano popolazione e altezza delle montagne, otto comunità sarebbero soppresse perché prive di più requisiti ed altre otto perché, cancellati alcuni Comuni, ne rimarrebbero meno di sette, che è il limite minimo imposto dalla Finanziaria. Un quadro allarmante che ha spinto la giunta a chiedere un incontro urgente con i parlamentari eletti in Toscana, anche perché cancellare le comunità montane significherebbe, in Toscana, mettere a rischio un discreto numero di gestioni associate: ovvero funzioni che più Comuni gestiscono oggi insieme, risparmiando sui costi ed offrendo migliori servizi ai cittadini. In Toscana le comunità montane hanno infatti sempre esercitato funzioni vere e sono state investite di un ruolo importante e di aggregazione del lavoro dei piccoli comuni. «Ci occupiamo da tempo della riforma annunciata, una task force è al lavoro per misurare gli effetti delle nuove norme - spiega l’assessore alle riforme istituzionali, Agostino Fragai - Ora siamo alla stretta! finale e ieri la giunta ha collegialmente deciso di intervenire su Parlamento e Governo per chiedere una modifica alla legge finanziaria. Ho parlato oggi con l’onorevole Ventura, relatore di maggioranza alla Camera, e trasmetteremo subito al Parlamento una richiesta di modifica. Vorremmo infatti evitare che l’annunciata riforma delle comunità montane, anziché tagliare i costi, produca alla fine effetti negativi sui cittadini e sui servizi a loro rivolti». Tra l’altro la Finanziaria non cancella solo le comunità montane o mette a rischio solo le gestioni associate tra Comuni: l’articolo 27, che riguarda gli Ato, rischia di incidere sulla riforma dei servizi pubblici locali già in corso.
alessi corona danilo