Chi ha avuto a che fare con la telefonia all’Elba sa benissimo che uno dei punti deboli del sistema è proprio il primo tratto interrato dei cavi in uscita dalla centrale portoferraiese in Via Carducci. Non è la prima volta che la “cameretta” posta sotto il piano stradale della trafficata via di accesso si allaga e che dalle microfratture che si creano in corrispondenza dei “giunti” dei cavi l’umidità penetra all’interno di questi. Per questo le tubazioni vengono tenute in pressione, viene insomma sparata all’interno dei cavi una quantità d’aria che contrasta la penetrazione dell’acqua, tenendo l’interno dei tubi all’asciutto. Ma qualcosa non è andato per il verso giusto nei giorni scorsi quando, con tutta probabilità il sistema non ha funzionato quando doveva e dell’acqua è penetrata nei tubi e, peggio ancora, pare abbia funzionato quando non doveva, diffondendo ancora di più l’acqua che era penetrata in un cavo determinando così l’avaria di un lungo tratto. Ed il cavo che si è così bellamente “sputtanato” e che andrà sostituito per un lungo tratto è un “2400” all’interno del quale passano cioè 2400 coppie di cavi dedicate al collegamento di altrettante utenze telefoniche. C’è chi punta il dito sulla inadeguata manutenzione delle reti, certo è che le nuove gestioni che si sono succedute negli ultimi anni della telefonia pubblica finalmente privatizzata (!) e che si sono distinte per una politica prodiga di spese in pubblicità ma sparagnina per quanto riguarda l’impiego di personale hanno, determinato uno stato di sofferenza ed un ritardo nel far fronte ai guasti mai verificatosi in precedenza. In questa occasione anche la partita delle informazioni all’utenza gestita da automatismi ed operatori ha dispensato, ad una quantità di portoferraiesi incazzati, quintali di consigli commerciali conditi da musichette ed indicazioni generiche o sballate, ammannite con voci ammiccanti, sulla durata del black out che doveva terminare venerdì in giornata, sabato in giornata, domenica in giornata, lunedì in giornata … Questo quando, dopo minuti e minuti persi al telefono (cellulare), si aveva la fortuna di non essere invitati dalla robot parlante a richiamare più tardi e si aveva la comunicazione con un povero cristo (o crista) che dava a chi chiamava l’impressione di saperne meno di lui, e cioè niente. Parlare di previsioni di ritorno alla normalità in queste condizioni sarebbe aggiungere alla presa per i fondelli marcata Telecom anche la nostra. Non ce la sentiamo proprio.
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