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Social Forum: lo sviluppo insostenibile dell'Elba e il fallimento del neoliberismo

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : domenica, 22 giugno 2003

E' urgente definire un progetto di lungo respiro riguardo alla gestione delle risorse disponibili sull'Isola. Una politica sensata del territorio - che tenga conto delle limitazioni oggettive che esso pone nel gioco della trasformazione delle risorse in beni di consumo - è una necessità non più rinviabile. Il rischio è di scivolare in un processo di decadimento qualitativo delle condizioni generali di vita, che può portare con sé anche un abbassamento del benessere economico per le nuove generazioni. Ciò è dovuto al fatto che le nuove generazioni verranno ad essere private della disponibilità delle risorse che noi, invece, abbiamo usato con larghezza. Costruire un quadro di riferimento per il futuro significa, innanzi tutto, arrestare un processo che sta velocemente depauperando le fonti primarie della nostra economia. Perciò non è più percorribile la pratica politica fin qui seguita: assecondare la domanda, sia essa sensata o meno, purchè capace di produrre benefici immediati sul piano finanziario. Per l'Elba è stato facile "fare cassa" in quanto, ciò che offriva, era un oggetto prezioso ed unico; natura incontaminata, mare stupendo, centralità geografica rispetto alle grandi città, e, ultimo ma non ultimo, una comunità ospitale nei confronti del forestiero. Questo processo di trasformazione di risorse ha avuto, nell'ultimo decennio, un'accelerazione forte tale da poter affermare con tranquillità che ogni parametro di sostenibilità ambientale è stato abbondantemente superato. In questo senso sono emerse con determinazione molte manifestazioni di insofferenza, da parte dei cittadini, verso una classe politica sempre più interessata all'idea di fare del territorio un business anziché rispondere alle domande emergenti, di servizi e quant'altro, da parte della collettività. La crescita economica non si è tradotta in maggiori servizi alla persona ed in una più efficiente rete di infrastrutture. Ad oggi, i partiti e le istituzioni, non danno segni di sensibilità verso le istanze poste dalla cittadinanza che domanda servizi di qualità, più chiarezza nel pensare come si vuole progettare il futuro: l'improvvisazione, il fare di tutto e di più ma sempre con approssimazione, come regole dell'agire politico, oggi viene fortemente contestato da numerosi settori della società civile. A queste crude considerazioni si possono ascrivere le realtà politica e di governo, oggi, sulla nostra Isola. Tutto ciò, come dicevamo sopra, non è casuale. Questo modo di procedere e di agire ha un nome e cognome, si chiama modello neoliberista (modalità che ha pervaso ogni istanza politica). Per restare al locale, con coerenza, è il modello condiviso da gran parte del centro-destra, il quale ha fatto del denaro un uso distorto che causa disparità intollerabili tra i cittadini e produce un agire predatorio di risorse collettive a vantaggio dei pochi soliti noti ed ignoti . I termini di questa filosofia si traducono, pertanto, in scelte concrete oltrechè in esperienze di vita. Scarsa o nulla attenzione è riservata ai servizi sociali e a tutto ciò che non produce ricchezza: questione del ciclo dell'acqua; depurazione; questione viabilità e trasporti… ecc. sono lasciati a livelli di totale precarietà poiché considerati fonte di spesa. Risorse e rapporti sociali, quindi, sono visti in funzione del beneficio economico che producono. Il resto (qualità, diritti, modalità di relazione, aspettative…) viene considerato soltanto come chiacchiericcio. Per questa ragione la nostra attenzione, oggi, si rivolge a coloro che credono che sia possibile cominciare un "processo di sviluppo" reale, che poggi non sul denaro ed il mercato come unici obbiettivi e referenti, ma sulla ricerca di uno stato di equilibrio tra uomo e ambiente. Nell'azione politica locale si fa fatica ad individuare nei partiti una strategia che mostri questa valenza; il denaro deve essere riconsiderato per quello che è: strumento di scambio delle merci. Nella trasformazione della materia e nell'uso dei prodotti ottenuti, l'uomo cerca di rispondere alle necessità cui deve far fronte nel corso della sua vita. Recuperare questo nesso e riportare ad una giusta considerazione il valore del denaro come moneta di scambio può risultare un buon inizio nel processo di formazione di un pensiero coerente verso la ricerca di un reale bene-essere. L'Elba Social Forum muove quindi una critica forte al neo liberismo come modello regolatore delle condizioni di scambio e sviluppo. L'esperienza storica ci dimostra che il liberismo ha fallito nei suoi presupposti di fondo: le disuguaglianze sono cresciute a dismisura, basti pensare che alcune centinaia di persone detengono ricchezze equivalenti al reddito complessivo di due-tre miliardi di altre persone; la fame ed il sottosviluppo toccano ormai 3/4 dell'umanità; le libertà del cittadino diventano un bene sempre più raro; i conflitti di ogni genere sono in crescita; e così si potrebbe continuare sui mancati obiettivi della filosofia neoliberista. Ciò di cui siamo convinti è che, laddove emergeranno segnali chiari di contrasto (o quantomeno volontà di governo), rispetto a questo processo in atto, ecco, quello sarà il luogo dove porteremo la nostra azione politica ed il nostro contributo.


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