Sul metanodotto una Regione priva di strategie Oggi ad Alghero il premier Romano Prodi metterà la firma sull’accordo intergovernativo con l’Algeria, che segue l’intesa tecnica già avvenuta per la realizzazione del gasdotto che dal paese africano porterà il gas in Italia, passando dalla Sardegna e approdando poi a Piombino. Progetto che verrà realizzato e gestito dal consorzio Galsi, di cui è azionista l’algerina Sontrach con il 32%, Edison con il 18%, Enel e Wintershall conn il 13,5% a testa, due società della regione Sardegna con il 10% e l’azienda multiutility dell’Emilia Romagna Hera con il 9%. Assente la Toscana, che non vede tra gli azionisti nemmeno una piccola azienda della regione. «Il territorio toscano deve avere dei vantaggi, non può limitarsi ad ospitare il gasdotto» aveva annunciato il ministro Pierluigi Bersani nel febbraio scorso. Ma oggi, al suggello dell’accordo politico tra i due paesi, nessun passaggio sembra essere stato fatto, se non altro per prevedere almeno un meccanismo di compensazione per la servitù accordata dal comune piombinese. Che ancora oggi però sembra attendere che qualche evento si avveri. «Dobbiamo ancora capire quale coinvolgimento avremo - ha detto il sindaco di Piombino Gianni Anselmi - ma non vogliamo fare la comparsa e per questo servirà un coordinamento con la Regione». Ma proprio la Regione viene tacciata di mancanza di strategia di sistema da parte di Consiag, l’azienda pratese che aveva provato a mettere un dito nel consorzio Galsi, cercando di acquisire i diritti di commercializzazione, che sono invece stati ripartiti tra Enel, Edison, Hera e le due aziende sarde, e che già un anno fa aveva chiesto un interessamento da parte delle istituzioni toscane. Un richiamo in extremis ad una azione regionale arriva poi dal presidente di Cispel, Alfredo Di Girolamo, che dice che «per la regione sta suonando l’ultima campanella». Pure i consiglieri del Pd Erasmo D´Angelis e Virgilio Simonti si lamentano chiedendo «una forte iniziativa regionale, affinché, prima che sia troppo tardi, la Toscana possa essere riconosciuta come protagonista in questa delicata e strategica partita per il futuro energetico anche della nostra regione». Raccoglie l’Assessore all’ambiente Anna Rita Bramerini - insediata però da pochi mesi, la quale annuncia che «chiederemo al ministero un tavolo per definire quali vantaggi avrà la Toscana» e dato che il ministro Bersani sarà domani a Firenze per gli stati generali della sostenibilità, potrà essere magari quella l’occasione. Anche se – pare inutilmente, perché il tempo è ormai abbondantemente scaduto. Così la provincia di Livorno si ritrova con due rigassificatori in discussione e un tubo adduttore come Galsi già approvato, ma l´unica "compensazione" contrattata per tempo va al canale dell´Incile a Pisa! Niente da fare invece per le due centrali alimentate ad olio combustibile (Marzocco a Livorno e Tor del Sale a Piombino) che potrebbero essere riconvertite a metano ma che nessuno si è preoccupato di inserire formalmente e per tempo in nessun accordo. E niente da fare anche per l’Elba che con il passaggio del gasdotto Galsi avrebbe avuto forse l’occasione per avviare un piano di metanizzazione dell’isola. www.greenreport.it «Martini viaggia all’estero e abbandona la Toscana a se stessa» Otto miliardi di metri cubi di gas da vendere sul mercato stanno scorrendo via sotto il naso della Toscana. Sono quelli del gasdotto Galsi, destinato a unire Algeria e Italia con 900 chilometri di percorso marino che farà ponte sulla Sardegna per poi toccare il traguardo di Piombino. Una notizia che ha dell’incredibile, quella diffusa non senza rammarico dal presidente del Cispel Toscana Alfredo De Girolamo e rimbalzata con frastuono sulle pagine del Sole24Ore, che ha lasciato esterrefatto il Consigliere regionale di Alleanza Nazionale Andrea Agresti, Componente della Commissione consiliare VI (Territorio e Ambiente). «Martini viaggia il pianeta in lungo e in largo – tuona Agresti – e molla abbandonata a se stessa la Toscana. Così, adesso, il territorio si troverà a ospitare il gasdotto patendone gli inevitabili disagi e senza trarne il benché minimo vantaggio. Insomma, i suoi cittadini si vedono scappare di sotto al naso l’affare Galsi che sarebbe stato importante sia sotto il profilo economico, sia per la metanizzazione dell’Elba che, così, si allontana». E rischia di allontanarsi sine die per di più perché, mentre la giunta giura di prepararsi presto ad approvare il progetto, in realtà poi non c’è nessuno a cui affidarlo. «Questo altro non è che l’ennesimo e più triste capitolo della mancanza di politiche energetiche strategiche e lungimiranti. E appare inutile e tardivo – attacca Agresti – l’interessamento promesso oggi dall’assessore Bramerini che chiede a Bersani un tavolo nazionale per definire i vantaggi economici che la Toscana trarrà dal gasdotto. La politica – prosegue – ritengo avrebbe il compito di costruirli per proprio conto, i vantaggi per il territorio amministrato, non di arrampicarsi sugli specchi a posteriori per arginare il danno dell’inerzia di anni». Proprio sotto il profilo delle energie, in effetti, Agresti ricorda come la Regione Toscana sia particolarmente indietro: «Come ho avuto più volte modo di segnalare – spiega l’esponente di An – la Toscana manca a tutt’oggi del Piano energetico regionale, subendo con questa mancanza un grave danno sia sotto il profilo degli assetti territoriali in quanto tali, sia sotto il profilo della pianificazione delle localizzazioni e delle risorse energetiche, nonché della proiezione e valutazione di vantaggi e svantaggi ad esse correlati. Malgrado le mie sollecitazioni, però, il Piano energetico ancora non arriva. Lo scacco toscano sul gasdotto Galsi è il frutto finora più avvelenato di questo procedere a caso su una materia fondamentale per lo sviluppo toscano». Ufficio Stampa Gruppo Regionale A.N. Toscana La Toscana fuori dalla distribuzione del metano “L’incontro, oggi (mercoledì 14 novembre ndr) ad Alghero, intergovernativo fra Italia ed Algeria sulla realizzazione del metanodotto Galsi avviene ancora nell’assenza al tavolo del progetto di un rappresentante della Toscana, intesa come sistema operativo nel settore della distribuzione del metano. Spiace segnalare come pertanto alla forte e chiara iniziativa del Presidente Martini per un coinvolgimento della nostra Regione nel consorzio che porterà a Piombino, entro il 2009, il terminale del nuovo metanodotto in partenza dall’Algeria, non vi sia stata risposta”. La nota critica all’odierno appuntamento in terra sarda arriva dai consiglieri regionali toscani del PD Erasmo D’Angelis e Virgilio Simonti, presidente e vicepresidente della Commissione regionale Ambiente e Territorio che ha le competenze anche in materia di energia. “La partita del metanodotto – spiegano i consiglieri del Pd – è stata da tempo individuata dalla Regione come strategica nella ridefinizione delle politiche energetiche regionali, orientate per il prossimo futuro a sviluppare sia la produzione da fonti rinnovabili che la diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Una iniziativa strategica utile allo sviluppo anche e soprattutto dei territori costieri, a partire da Piombino. Il progetto Galsi risponde pienamente a questa seconda condivisa esigenza, e da tempo dalla Regione è arrivato chiaro il segnale, e l’impegno per gli aspetti di propria competenza, affinché la Toscana, coi suoi operatori, potesse essere recuperata nell’ambito della struttura consortile che ne è alla guida”. “Stupisce pertanto – aggiungono D’Angelis e Simonti – che a fronte dell’odierno importante passaggio al tavolo di progetto non partecipi alcuna realtà toscana”. “La richiesta, ancora – concludono i consiglieri del Pd – è di una forte iniziativa regionale, affinché, prima che sia troppo tardi, la Toscana possa essere riconosciuta come protagonista in questa delicata e strategica partita per il futuro energetico anche della nostra regione”. Francesco Di Costanzo - Ufficio Stampa PD
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