L’imminente scioglimento della Comunità Montana dell’Arcipelago previsto dalla finanziaria ha suscitato varie prese di posizioni e diverse proposte. Esiste la consapevolezza diffusa che la suddivisione del territorio elbano in otto comuni e il frazionamento delle istituzioni in otto consigli comunali sia un fattore di debolezza che rende difficile la gestione dei servizi e la realizzazione di infrastrutture adeguate. Una debolezza che non consente alle istituzioni di dare risposte adeguate alle richieste dei cittadini né soluzioni concrete ai problemi del territorio. La Comunità Montana del presidente Alessi ha svolto una funzione di compensazione rispetto a queste debolezze attraverso un’azione di coordinamento e di promozione. Non altrettanto aveva fatto la Comunità Montana del Presidente Febbo che era stata un elemento di crisi e non di rafforzamento delle istituzioni elbane. Questa differenza tra la gestione Alessi e la gestione Febbo mi sembra la dimostrazione che la Comunità Montana in sé non è garanzia di efficienza e, onestamente, non sono stato tra coloro che hanno sottoscritto appelli contro il provvedimento di scioglimento. La Comunità è una istituzione nata con alcune contraddizioni insanabili. Non è un organo elettivo dato che i componenti dell’assemblea non sono eletti direttamente ma delegati dai consigli comunali e tuttavia è chiamato a svolgere funzioni politiche. Se la Giunta della Comunità Montana viene composta su base istituzionale, ad esempio aggregando i Sindaci o i loro delegati, ne viene fuori un organo eterogeneo, formato da rappresentanti di opposti schieramenti, incapace di assumere decisioni politicamente rilevanti. Se invece la Giunta viene composta in base a maggioranze politiche la contraddizione diviene quella di assessori della Comunità Montana che sono consiglieri di opposizione nei loro Consigli Comunali configurando una sorta di conflitto di interesse. Né mi sembra che il problema di queste contraddizioni potrebbe essere sanato dalla istituzione di una Comunità dell’Arcipelago che riproporrebbe una sorta di Conferenza dei Sindaci elevata al rango di Direttorio. Se la funzione di coordinamento è essenziale per rispondere alle esigenze del territorio, sarebbe utile approfittare dello scioglimento della Comunità Montana per assumere iniziative che consentano di superare i limiti del passato, in modo da trasformare le difficoltà in opportunità. La soluzione migliore credo sia quella avanzata dal consigliere comunale di Porto Azzurro Solforetti: Elba divisa in tre comuni e sistema associato di gestione dei servizi. Sono convinto che a tale soluzione si possa arrivare solo con un provvedimento legislativo rispetto al quale sarebbe necessario un ampio consenso delle forze politiche, delle organizzazioni sindacali e imprenditoriali, dei singoli cittadini. Una ipotesi di lavoro potrebbe essere di sfruttare l’intervallo di tempo che ci separa dal 30 giugno, data di scioglimento della Comunità Montana, per la raccolta di firme a sostegno del progetto, fissando anche un quorum che credo ragionevole nell’ordine di 3-4000 firme. Firme raccolte non certo per sostenere una legge di iniziativa popolare che, come noto, ne richiede almeno 50.000, quanto per fornire una indicazione concreta di gradimento che dovrebbe essere recipita dai Consigli Comunali e poi fatta propria dai parlamentari eletti nella nostra circoscrizione con la presentazione di un disegno di legge. Per quanto possa valere questa è la mia opinione.
De Fusco 2007 conf stampa